Si è svolta a Roma il 20 settembre l’ottava edizione del seminario dedicato a Modernizzazione e diversità della cultura dei diritti umani
Si è tenuto a Roma, mercoledì 20 settembre, il Seminario sino-europeo sui diritti umani 2023. Istituito nel 2015, questo seminario è una piattaforma accademica istituzionalizzata per gli scambi e la cooperazione tra Cina ed Unione europea nel campo dei diritti umani. L’edizione di quest’anno è stata promossa dalla China Society for Human Rights Studies, dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Sapienza di Roma e organizzata dallo Human Rights Institute della Southwest University of Political Science & Law e dal Centro di Scambi economici e culturali italo-cinesi Roma9.
Il seminario si è concentrato sul tema Modernizzazione e diversità della cultura dei diritti umani e vi hanno partecipato oltre 130 ospiti, tra cui esperti e studiosi nel campo dei diritti umani, funzionari governativi, parlamentari, rappresentanti di partiti politici e di organizzazioni sociali, provenienti da Cina, Italia, Grecia, Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Olanda, Spagna, Svizzera, Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Norvegia, Polonia, Portogallo, Serbia e altri Paesi, in presenza o collegati da remoto, hanno discusso e si sono confrontati sul tema.
Il presidente della China Society for Human Rights Studies, Padma Choling, nel suo discorso ha sottolineato che il mondo è ricco e variopinto e la diversità rappresenta il fascino delle civiltà umane. Ogni civiltà incarna la cristallizzazione della saggezza e la ricerca spirituale di un Paese e di una nazione e possiede il suo valore di esistenza unico. Nel processo di promozione della modernizzazione in stile cinese, il Partito Comunista Cinese ha portato il popolo a intraprendere un percorso di sviluppo dei diritti umani conforme alla tendenza dei tempi e alle condizioni nazionali della Cina, ottenendo fruttuosi risultati. Tutti i Paesi dovrebbero promuovere lo sviluppo positivo della governance globale dei diritti umani attraverso la solidarietà e la cooperazione, favorire lo sviluppo libero e completo di tutti nel processo di modernizzazione, promuovere la diversità delle civiltà dei diritti umani, attraverso gli scambi e l’apprendimento reciproco, cercando congiuntamente soluzioni agli attuali problemi e sfide nel campo internazionale dei diritti umani.
Il preside della Facoltà di giurisprudenza dell’Università “Sapienza” di Roma, Oliviero Diliberto, ha affermato che la gestione dello Stato secondo la legge e la costruzione di un Paese governato da essa sono diventate la strategia fondamentale della Cina. Il Codice Civile della Repubblica Popolare Cinese sancisce il diritto alla dignità in un capitolo a sé stante, cosa che rappresenta una grande innovazione.
L’ambasciatore cinese in Italia, Jia Guide, ha messo l’accento sul fatto che, per promuovere il sano sviluppo della causa dei diritti umani a livello internazionale, serve unità non divisione, cooperazione non scontro. Lo scorso febbraio, Cina e Unione europea hanno tenuto a Bruxelles la 38esima sessione del dialogo sui diritti umani per migliorare ulteriormente la comprensione reciproca. La Cina intende lavorare con la comunità internazionale per rispettare gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, effettuare scambi e cooperazione sui diritti umani sulla base di uguaglianza e rispetto reciproco, opporsi congiuntamente alla politicizzazione e alla strumentalizzazione delle questioni relative ai diritti umani in una direzione più equa, giusta, ragionevole e inclusiva, promuovendo la costruzione di una comunità con un futuro condiviso per l’umanità e costruendo insieme un mondo migliore.
Il membro della Camera dei Lord del Parlamento britannico, Neil Davidson, ha affermato che, attraverso uno sviluppo a lungo termine, ogni Paese ha dato forma alla propria storia, al proprio sistema, alle proprie tradizioni, al proprio stile di vita e ai propri concetti filosofici. Questo genere di sviluppo non è isolato, ma è generato attraverso lo scambio e l’apprendimento con il resto del mondo. Bisognerebbe, quindi, confrontarsi e discutere le questioni relative ai diritti umani in modo rispettoso sulla base del riconoscimento reciproco dei valori.
Fabio Marcelli, già direttore dell’Istituto di studi giuridici internazionali del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha ribadito che «i diritti umani rappresentano oggi la principale chiave del destino condiviso dell’umanità. Come già chiarito dalla storica Conferenza di Vienna del 1993, i diritti umani vanno interpretati, applicati e rispettati congiuntamente, senza indulgere a distinzioni artificiose. Non è infatti possibile realizzare i diritti umani nella sfera economica, sociale e culturale senza realizzarli al tempo stesso in quella civile e politica. E viceversa. Questa artificiosa distinzione è figlia della Guerra Fredda e della divisione del mondo in blocchi e va oggi superata in nome della necessaria e matura prospettiva storica della realtà multipolare».
Nel corso del seminario, i partecipanti cinesi e stranieri si sono poi divisi in tre panel paralleli dedicati a modernizzazione e sviluppo globale delle libertà umane, sviluppo sostenibile nel processo di modernizzazione ed evoluzione della cultura dei diritti umani nell’era digitale, durante i quali è emerso che sia necessario abbandonare il “centralismo occidentale”, andare oltre la “superiorità culturale”, promuovere gli scambi e l’apprendimento reciproco tra le civiltà dei diritti umani sulla base dell’uguaglianza e del rispetto reciproco, iniettando nuovo lancio alla diversità della cultura dei diritti umani.