
1982.
杭州,1982年。
Lao An, un nome che potrebbe sembrare estraneo in Cina, è invece il nome adottato dall’italiano Andrea Cavazzuti, un uomo che ha fatto della sua passione per la fotografia un viaggio di vita attraverso la Cina. Da quarant’anni, Lao An si è immerso nell’anima cinese, osservando attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica e catturando frammenti di una nazione in costante cambiamento.
Lao An è noto per il suo libro recentemente pubblicato, una raccolta di 190 foto scattate nei primi anni Ottanta, un periodo da lui definito “di riposo” per la Cina. In quegli anni, il paese stava ancora cercando un equilibrio dopo i tumultuosi movimenti politici e sociali. Eppure, era un periodo di tranquillità relativa, prima che la Cina si lanciasse nell’imminente frenesia del commercio e del consumismo.
La sua passione per la fotografia lo ha portato ad avventurarsi nel cuore della Cina quando, nell’estate del 1981, Lao An si unì a un corso di lingua cinese presso l’Università di Nanchino. Portando con sé diversi rotoli di pellicola da cento metri, sperava di catturare una Cina che nessuno aveva mai visto prima. Purtroppo, il corso durò appena due mesi, ma il suo desiderio di esplorare la Cina rimase intatto.
Il destino lo ha poi condotto alla Fudan University, dove ha trascorso due anni studiando e viaggiando in diverse città cinesi, tra cui Suzhou, Chengdu, Kunming, Xiamen e l’isola di Sanya, che all’epoca era ancora chiusa agli stranieri. Le sue parole, “La Cina è una miniera d’oro dalle molteplici storie e dagli scenari caotici e sono interessato a scoprirli,” riflettono il suo approccio genuino verso la scoperta.
Dopo i suoi anni di studio in Cina, Lao An è tornato in Italia per il servizio militare, ma la Cina non lo aveva ancora lasciato. Quando il paese si è aperto agli investimenti esteri dopo le riforme economiche, ha trovato lavoro presso la Technit, un’azienda siderurgica italiana. Con la sua sede a Hong Kong, Technit gli ha offerto l’opportunità di lavorare come rappresentante in Cina. Questo lavoro non solo gli ha consentito di esplorare ulteriormente il paese, ma gli ha anche permesso di diventare il primo dipendente dell’ufficio di rappresentanza a Hong Kong, dove ha potuto sfruttare la sua passione per la fotografia.
La sua Cherokee da $25,000, acquistata dalla fabbrica Beiqi di Jinsong, è diventata un simbolo di libertà per Lao An, permettendogli di viaggiare liberamente per la Cina e catturare immagini di un paese in evoluzione. La sua macchina l’ha reso “molto popolare” e gli ha aperto porte importanti in Cina, portandolo a stringere amicizie con figure influenti nelle arti, nella cultura e nella società cinese.

青岛,1981年。
Negli ultimi anni, Lao An ha rallentato i suoi viaggi, trascorrendo il tempo a sistemare le centinaia di foto catturate nel 1987. Ma non ha mai perso la sua curiosità o il desiderio di esplorare. Lao An non si è mai scelto un nome cinese, preferendo mantenere la sua identità originale. Ha sempre agito senza pretese di diventare cinese, ma piuttosto come un osservatore appassionato che cerca di comprendere appieno la realtà che lo circonda.
Oggi, Lao An ha 62 anni e si sta preparando a un nuovo progetto: documentari che esplorano la relazione tra il mondo online e offline, una sfida che lo affascina. Non ha fretta di realizzarli, preferisce muoversi al suo ritmo, seguendo la sua curiosità. La sua filosofia di vita si riflette nelle sue parole: “Non faccio molti progetti e non sopporto che qualcuno mi diriga e mi dica cosa fare. Ma è sorprendente che non mi sia mai preoccupato per i soldi in vita mia né di far fortuna.”
In conclusione, Lao An è un individuo unico che ha dedicato gran parte della sua vita a esplorare la Cina attraverso la fotografia. Il suo approccio sincero e appassionato all’osservazione della realtà cinese ha catturato momenti preziosi nella storia di un paese in rapida trasformazione. La sua storia è un’incredibile testimonianza di come la passione possa guidare una vita di scoperta e avventura.