L’attenzione dei collezionisti e dei critici d’arte in questi ultimi anni è stata catturata dalla giovane artista cinese Zhang Hongmei, che grazie alla sua attenzione per il sociale e alla sua creatività si è fatta strada in questo mondo. Le sue opere hanno riscosso molto successo, tanto da essere esposte non solo in diverse gallerie d’arte del mondo, ma anche nel più famoso evento d’arte contemporanea, la Biennale d’arte di Venezia.
Zhang Hongmei 张红梅 è il nata nel 1973 nel distretto di Penglai 蓬莱 nello Shandong 山东, la provincia costiera più a oriente della Repubblica Popolare Cinese.
La sua carriera accademica si focalizza sullo studio dell’arte: nel periodo che va dal 1996 al 2001 ottiene due lauree in design tessile e un master di abilitazione all’insegnamento presso l’Accademia delle Belle Arti dello Shandong e l’Università del Qinghua. Per i titoli conseguiti e la sua genialità nel 2001 riceve anche una cattedra come professore associato sempre presso l’Accademia dello Shandong.
Nei primi anni 2000 la sua fama inizia a crescere, tanto da collaborare con aziende tessili Italiane, Inglese e Cinese, e tanto da esporre le sue opere in numerose gallerie dell’America e dell’Europa. Ma l’apice della sua carriera lo raggiunge nel 2015, quando partecipa alla 56° edizione della Biennale di Venezia con Mental Landscapes. L’opera consiste in cinque tele di dimensioni importanti in cui l’artista esprime le sue affascinanti riflessione sulle fattezze del nostro mondo. La caratteristica fondamentale di questo lavoro è l’utilizzo principalmente di tessuti per realizzare le suggestive forme e gli effetti che evocano le tecniche artistiche della tradizione cinese (dalla pittura ad inchiostro fino all’impiego della carta ritagliata).
Il fascino dei lavori di Hongmei sta proprio nell’incontro tra la ricerca dell’astrazione e i rimandi alla sua cultura di origine, come vediamo anche in un’altra importante installazione dell’artista, intitolata Xi’an Warriors. Si tratta di calchi originali dei famosi guerrieri di terracotta, realizzati in bronzo e rivestiti in tessuto, il cui colore ha l’intento di mostrare come erano in origine queste statue, prima che gli scavi e il contatto con agenti atmosferici ne provocasse lo sbiadimento. L’artista con il suo lavoro consente dunque agli spettatori di fare un tuffo nella storia, ammirando questi guerrieri in tutto il loro splendore.
Il successo di Hongmei non termina però qui, perché tra il 2021 e il 2022 la sua ultima installazione, Human Condition, è stata esposta in diverse città, tra cui alcune italiane (Torino, Palermo e Catania). L’artista in questa opera pone come soggetto centrale l’uomo, concentrandosi soprattutto sulle sue paure e sui suoi lati oscuri. Lo spettatore si trova di fronte a una selva di manichini, raffiguranti donne, uomini e bambini, che sembrano avanzare verso di lui e totalmente avvolti in tessuto rosso e nastro nero. La scena risulta molto teatrale, ma soprattutto angosciante, ed è proprio questo il sentimento che l’artista cerca di infondere: Hongmei vuole porre attenzione anche al presente e alle costrizioni e ai condizionamenti del nostro vivere.
Zhang Hongmei è dunque un artista brillante, che reinterpreta il mondo e la sua cultura d’origine, creando tramite tessuti e pochi altri materiali affascinanti opere d’arte, le quali portano lo spettatore a riflettere su se stesso e sulla realtà che lo circonda.