Le parole di Marco Donati della China Ocean Shipping Company
(XINHUA) – GENOVA, 18 MAG – L’Iniziativa Belt and Road (Bri) è infatti una via a doppio senso di circolazione, che porta benefici logistici e commerciali a tutti i suoi partecipanti, compresa l’Italia, come ha sottolineato un esperto italiano di logistica marittima, ovvero Marco Donati, vice direttore generale della China Ocean Shipping Company (Cosco) in Italia, che ha rilasciato un’intervista a Xinhua nella città portuale di Genova.
“Questa strada, costruita per migliorare la logistica, è, come tutte le strade, a due sensi. Sicuramente agevola le merci di produzione cinese ad arrivare in Italia, in Europa, nel mondo, ma anche i nostri prodotti riescono ad arrivare molto più agevolmente e molto più rapidamente in un mercato enorme, un mercato grandissimo”, ha detto Donati.
Nato e cresciuto a Genova, Donati lavora con Cosco da oltre 30 anni. Ha iniziato la sua carriera come agente d’imbarco e ora è il vice direttore generale del colosso marittimo cinese in Italia, diventando così un testimone privilegiato dell’evoluzione della partnership commerciale e logistica tra Italia e Cina.
Secondo l’esperto, la Bri è di importanza cruciale se vista attraverso la lente del concetto stesso su cui si basa: fornire una catena logistica completa per i prodotti che raggiungono i consumatori finali di tutto il mondo.
Secondo Donati, il mercato cinese ha un potenziale di consumo così elevato che alcune industrie italiane non sarebbero nemmeno in grado di produrre abbastanza per soddisfarne la domanda: “qualche anno fa si parlava di quante arance Tarocco (una rinomata varietà siciliana) potrebbero consumare i cinesi, ma (sarebbe) un numero tale per cui non avremmo neanche la capacità di produrre tutte queste buonissime arance e portarle in Cina”, ha spiegato Donati.
A suo avviso, non bisogna commettere l’errore di pensare che la Bri avvantaggi la Cina in modo unilaterale. Al contrario, l’Italia potrebbe trarre vantaggio dalla stessa opportunità: “dovremmo essere così intelligenti da sfruttare questa iniziativa per rendere molto più competitivo il mercato italiano”.
Secondo l’esperto, la Bri è stata vantaggiosa anche per Cosco, che ha migliorato i propri servizi per soddisfare i severi requisiti dell’iniziativa.
Tuttavia, la logistica non è solo spostamento di merci, ma anche condivisione di idee e superamento delle differenze culturali, come Donati sa bene, essendo il principale intermediario tra la dirigenza e il personale della sede centrale cinese e della filiale italiana: tra le due realtà “c’è molto equilibrio e molto rispetto reciproco. In 30 anni di carriera in Italia, ho dovuto imparare a trasmettere le informazioni e il pensiero della parte cinese a tutto lo staff, per convincerli tutti a remare nella stessa direzione”.
Donati ha sottolineato che Cosco ha sempre perseguito un concetto ‘cinese’ di crescita, basato sulla sostenibilità e sull’equilibrio. Questa mentalità di ‘crescita equilibrata’ ha permesso alla filiale italiana di risollevarsi con successo nonostante tutte le pressioni esterne, come la crisi finanziaria del 2008, senza mai licenziare nemmeno un dipendente: i nostri partner cinesi mi hanno insegnato “che il lavoro deve avere anche una componente sociale importante, quindi l’azienda deve anche cercare di creare presupposti tali per cui non si debba mai arrivare a licenziare delle persone”.
Secondo l’azienda, nel 2021 la filiale italiana ha movimentato 500.104 unità equivalenti a venti piedi (Teu) di container tra i terminali in Italia, in Croazia e in Algeria.
L’interscambio commerciale dell’Italia con la Cina è cresciuto del 34,1% su base annua nel 2021, superando i 73,9 miliardi di dollari. Solo nel primo trimestre del 2022 ha superato i 19,5 miliardi di dollari, con un aumento del 17,5% rispetto all’anno precedente, nonostante la pandemia del Covid-19, secondo i dati delle Dogane cinesi. (XINHUA)
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