A 77 anni il maestro del teatro contemporaneo, Krystian Lupa, ha accettato la sfida di riadattare il capolavoro di Lu Xun Diario di un pazzo. Il ritmo lento dell’opera di Lupa, caratterizzato da battute intrise di letteratura, emotive e filosofiche è stato lodato da molti per il suo stile, mentre altri lo hanno definito incomprensibile
QIU GUANGYU
«Questa sera la luna è splendida. Non la vedevo da più di trent’anni; oggi l’ho vista e mi sento particolarmente felice». Sul palco del Suzhou Bay Grand Theatre, Tao Hai, l’attore che interpreta il Narratore, al chiaro di luna della sua stanza d’albergo, legge le prime righe del diario del suo vecchio amico Pazzo. Alla fine del primo atto, percependo in prima persona le difficoltà vissute dal suo vecchio amico in una società repressiva, le sue emozioni si intensificano sempre di più e, alla fine, scoppia in lacrime. Per tutto il tempo il gracidare delle rane, il suono delle gocce d’acqua e dei sospiri riecheggia nelle orecchie del pubblico come se tutte le persone presenti stiano vivendo un’imbarazzante notte d’estate che Lu Xun potrebbe aver vissuto nella sua città natale.
È la seconda volta che l’ormai settantasettenne maestro del teatro contemporaneo, Krystian Lupa, accetta la sfida di produrre uno spettacolo basato su un’opera letteraria cinese.
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Lupa a velocità 0,5x
A causa dell’epidemia, Lupa non ha potuto recarsi sul posto per dirigere le prove in prima persona, ma è riuscito a comunicare con il cast solo tramite videochiamate. Il 28 maggio alle quattro del pomeriggio, dopo aver visto tramite video le prove dei primi due atti di Diario di un pazzo, Lupa ha riunito tutta la compagnia e, con l’aiuto di un interprete, ha discusso per quasi quattro ore con gli attori, sottolineando i problemi che aveva riscontrato e i dettagli da migliorare. Nonostante la distanza, la capacità di controllo e la sensibilità per i dettagli di Lupa sono ancora sorprendenti. Egli attribuisce grande importanza alla relazione che esiste tra personaggio e ruolo: vuole che l’attore interpreti “il significato nascosto” che si cela dietro le parole.
La “lentezza” è ancora il tratto distintivo del regista. Diario di un pazzo ha una durata di quattro ore e mezza ed è suddiviso in tre atti. Durante lo spettacolo, il ritmo con cui gli attori si esibiscono è molto lento: non sembra che stiano recitando, ma piuttosto che stiano vivendo una scena di vita quotidiana. Addirittura, a volte il ritmo è ancora più lento, con lunghe pause tra i dialoghi che sembrano essere state impostate ad una velocità 0,5x. Durante le prove, Lupa si è sempre mostrato calmo e paziente, si preoccupava che il cast avesse tempo a sufficienza per mangiare e riposare. Una volta ha persino detto agli attori che dovevano essere loro i padroni del tempo piuttosto che esserne schiavi.
Riflettori puntati su coloro che sono stati dimenticati dalla vita
«I personaggi di Diario di un pazzo non sono frutto dell’immaginazione di Lu Xun, ma sono tutti ispirati alla vita dello scrittore». Questo è quanto ha affermato Lupa dopo uno studio attento del racconto di Lu Xun. Una delle persone a cui si era ispirato lo scrittore per il personaggio del Pazzo era suo cugino Ruan Jiusun, il quale soffrendo le ingiustizie sociali della sua epoca, aveva sviluppato “manie di persecuzione”, arrivando persino a tentare il suicidio. Oggi, al museo dedicato a Lu Xun che si trova a Pechino, è ancora conservata una copia della “lettera d’addio” che Ruan Jiusun aveva scritto a sua madre. Questi dettagli, riguardo il tentato suicidio del Pazzo e la relazione con sua madre, si possono ritrovare anche nella versione dell’opera di Lupa.
Il regista polacco è stato per lungo tempo un sostenitore dello psicologo Carl Gustav Jung, per cui attribuisce grande importanza alla psicologia dei personaggi teatrali, infatti, nella sua versione dell’opera, fa ampio uso del metodo psicoanalitico di cui ha una buona conoscenza. Lupa ritiene che Diario di un pazzo non sia solo un romanzo, ma anche una sorta di enigmatico “dossier psicologico”, per questo vuole che tutti i suoi attori si esibiscano come se stessero nascondendo un segreto.
«Anch’io una volta ero un personaggio fuori dal comune, proprio come il Pazzo, mi sentivo abbandonato e disprezzato dagli altri, quindi questo genere di opere teatrali è come se fossero il ritratto della mia vita. La crudeltà e la violenza del mondo si manifestano in modo diverso per quelle persone che vivono ai margini della società, che sono incomprese e hanno una visione del mondo completamente diversa dalla nostra», ha espresso Lupa.
La magia del palcoscenico ricrea i sogni
Lupa è stato descritto come un pioniere della “scrittura scenica”, ovvero una produzione dal vivo che si basa su un copione ma combina molti altri fattori, quali attori, scenografia, suono, elementi multimediali, costumi e luce. Questo approccio così “postmoderno”, che non si focalizza troppo sulla trama ma cerca di dare maggiore importanza al significato che si cela dietro alle parole, mette il pubblico in determinate condizioni e, allo stesso tempo, rappresenta una sfida per gli attori. Tuttavia, Lupa ha sempre avuto un suo approccio personale a questo genere di teatro: ciò a cui dà più importanza è l’empatia che si crea tra il pubblico e lo spazio scenico. Ad esempio, dà molto valore alla comunicazione tra i membri della compagnia, preferisce non sostituire gli attori e paragona le relazioni che si instaurano tra di loro a quelle che esistono all’interno di una famiglia. «La cosa più importante per me è mantenere un rapporto stretto con gli attori, devo conoscerli, entrare in empatia con loro, conoscere il loro punto di vista e discuterne approfonditamente. Perché instaurare questo tipo di relazione è importante? Perché tutti quanti abbiamo lo stesso obiettivo e lo stesso sogno da realizzare».
Al regista non piace utilizzare un copione già preparato in anticipo e chiedere semplicemente agli attori di discuterne e poi studiarlo; non chiede mai agli attori di attenersi strettamente alle battute riportate sul copione, preferisce che recitino liberamente e che si prendano il loro tempo per dare vita allo spettacolo. Solitamente Lupa mostra in anticipo agli attori molti materiali che hanno a che fare con l’opera teatrale e questo processo dura circa uno o due mesi. Secondo lui il teatro va in crisi quando si perde «la cosa più importante», cioè la complicità tra i personaggi, il ritmo e la chimica che si crea tra di loro.
La sera del 10 giugno, dopo la conclusione dello spettacolo Diario di un pazzo allo Anaya Theatre Festival, Lupa ha lasciato un profondo ed emozionante commento online: «Quando il Pazzo, ormai arreso, si è finalmente disteso sul letto, nella mia città Cracovia è scoppiato un forte temporale con lampi e tuoni, proprio come se tra il Pazzo e me esistesse uno strano legame». Lupa ha aggiunto che con il suo adattamento voleva dare al pubblico la possibilità di «salpare per un viaggio in completa libertà».
Traduzione Flavia Terrana
陆帕版《狂人日记》:每个人都带着秘密表演
77岁的当代戏剧大师克里斯蒂安·陆帕挑战改编鲁迅名作《狂人日记》。陆帕的作品节奏缓慢,台词充满文学性、情感和哲思,对他的风格有人大声赞叹,也有人直言难懂
仇广宇
“今天晚上,有很好的月光。我不见他,已是三十多年;今天见了,精神分外爽快。”
苏州湾大剧院的舞台上,饰演“叙述者”的演员陶海在旅馆房间中的月光下阅读老友“狂人”的日记,反复吟诵《狂人日记》中这第一句话。第一幕结束时,因为深刻体会到老友“狂人”在压抑社会中的艰难处境,他的情绪逐渐高涨,最终哭了出来。整个过程中,蛙鸣、水滴声、人的叹息声一直在观众的耳边回响,仿佛人们都在共同经历着鲁迅可能在家乡经历过的某个难堪的夏夜。
这是77岁的当代戏剧大师克里斯蒂安·陆帕第二次挑战以中国文学作品为蓝本的话剧作品。
0.5倍速的陆帕
由于疫情原因,陆帕无法来到现场执导彩排,只能通过视频与演员沟通。 5月28日下午4点开始,通过视频看完《狂人日记》前两幕的排练之后,陆帕把舞台上所有的演员聚集到一起,在翻译的帮助下讨论了将近4个小时,将他看到的问题、细节一一指出。即使相隔遥远,陆帕对细节的掌控能力和敏感度依旧令人吃惊。他对角色和角色之间的关系非常看重,也希望演员能演出表达之外的“隐藏意味”。
“慢” 依然是陆帕的标志。《狂人日记》三幕长达4个半小时。在这些表演中,演员的节奏缓慢到不像在做一部戏剧,而是如同上演每个人真实的生活,甚至更慢,对话中间的停顿仿佛打开了0.5倍速。
交流中,陆帕一直很有耐心,不急不躁。他很关心演员们是否有足够的时间吃饭、休息。他曾经对演员说过,希望他们做时间的主人,而不是急匆匆地被时间掌握。
聚焦那些被生活放弃的人
“《狂人日记》里的人物不是鲁迅凭空想象出来的,他们在鲁迅的生活中都有原型。”陆帕谈到自己对《狂人日记》的研读时这样说。“狂人”的原型之一就是鲁迅的表弟阮久荪,因为忍受着当时种种社会不公而出现了“受迫害狂”的症状,甚至一度想要自杀。如今,北京鲁迅博物馆中还收藏着鲁迅所保存的、阮久荪写给自己母亲的“绝命书简”。在陆帕版《狂人日记》中,“狂人”和母亲的关系,试图自杀等情节无不反映着这些细节。
陆帕一直以来是心理学家荣格的信徒,对戏剧中人物的心理状态非常重视。在话剧《狂人日记》中,陆帕运用了他所擅长的心理分析法。他不仅仅把《狂人日记》看作一部小说,也看作一份神秘的“心理学档案”,希望舞台上的所有人都仿佛带着一个秘密在表演。
“我也曾经跟狂人一样,是与众不同的人物,也曾经被别人放弃和鄙视,这些作品对我来说就像是我私人生活的写照。这个世界的残酷和暴力在社会底层人物的身上表现得不一样,他们不被理解,这些人对待世界的视角跟我们不一样。”陆帕说。
舞台魔法塑造的再创作梦境
陆帕被誉为“舞台写作”的先锋,即以剧本为基础,结合演员、布景、音响、多媒体、服装、灯光等因素进行的现场创作。由于这种创作手法过于“后现代”,没有太过精细的情节并注重言外之意,对观众的观演造成了门槛,对演员的表演也造成了挑战。不过,陆帕一直对此类戏剧有自己的一套办法。他最看重的,是一种在观众和剧场空间中构建出共情能力。
比如,陆帕对剧组成员之间的沟通交流十分看重,他不喜欢换演员,他把整个剧组之间的互动比喻成家庭关系。“对我而言,最重要的是和演员保持亲密的关系,我要去了解他们,和他们共情,知道他们的看法,一起讨论很多思想上的事情。为什么这种家庭关系很重要?因为我们的目的、梦想是一样的。”他说。
陆帕不喜欢拿着准备好的剧本去让演员来讨论、准备,也从来不让演员完全照背台词,他喜欢他们自由发挥,任由他们慢慢地创造戏剧的世界。一般情况下他会提前让演员看大量与作品有关的东西,这个过程会持续一两个月。陆帕认为,戏剧失去了最重要的东西就会出现问题,而这个“最重要的东西”就是人物之间的伙伴关系、彼此的节奏,以及互相之间是否拥有真正的化学反应。
6月10日晚,《狂人日记》在阿那亚戏剧节的演出结束后,陆帕在线上对观众抒发了他诗意的感受:“当狂人终于安静地躺在床上,不再挣扎的时候,我所在的城市克拉科夫下起了大暴雨,电闪雷鸣,像是我们之间存在着某种奇怪的巧合。”他说,他想给予观众一种“自己航行的自由”。
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