Tra il 2010 e il 2019, il numero di comandanti stranieri che volano con le compagnie aeree cinesi è più che raddoppiato e Diego Benedetto è uno di loro
È quasi mezzanotte quando Diego Benedetto, un pilota italiano in servizio presso la China Eastern Airlines, fa ritorno a Wuhan da Pechino alla fine di una settimana intensa. Dopo che tutti i passeggeri hanno lasciato il Boeing 737, Benedetto spegne il pannello di controllo ed esce dalla cabina di pilotaggio, che considera il miglior ufficio del mondo. Benedetto si è stabilito nella città cinese di Wuhan, nella provincia dello Hubei, nel 2018. La sua settimana è scandita da quattro a cinque giornate di volo, con un programma che varia di volta in volta e dal ritmo irregolare che l’italiano apprezza particolarmente: «L’unica costante nella mia vita è il cambiamento ma penso che più lo abbracciamo, più siamo a nostro agio nella vita», afferma il cinquantanovenne per poi aggiungere: «E, per favore, non ditelo alla mia azienda, ma io volerei anche gratis per il puro piacere di farlo!».
Sebbene negli ultimi dieci anni il settore delle compagnie aeree cinesi abbia preso quota, le scuole di volo nazionali non sono riuscite a reclutare e formare un numero sufficiente di piloti. Secondo la Civil Aviation Administration of China, tra il 2010 e il 2019, il numero di comandanti stranieri che volano con le compagnie aeree cinesi è più che raddoppiato, superando i 1500 e Benedetto è uno dei tanti che ha colto la nuova opportunità di iniziare una carriera nel Paese. Quando a 50 anni l’italiano, che era stato un pilota dell’aeronautica e poi aveva lavorato per compagnie aeree commerciali in Europa e in Medio Oriente, si è trovato a prendere in considerazione quello che sarebbe stato il suo prossimo lavoro, gli è venuto in mente un posto che si trovava a oltre 8000 km di distanza dalla sua città natale. «Volevo lavorare in un luogo con una buona economia e in cui non ci sarebbero state crisi, e la Cina sembrava essere l’ideale per me», racconta il comandante; così, dopo una lunga procedura di assunzione e un’accurata ispezione a Wuhan nel 2017, nel 2018 si è trasferito in città con la sua famiglia. «Lo stipendio qui in Cina è più alto che altrove ma si aspettano prestazioni davvero al top, sempre ai massimi livelli. Dal momento che è proprio su questo che si basa il mio modo di pensare e di fare, ho accettato la sfida», afferma l’italiano.
Prima di ogni volo, Benedetto e i suoi colleghi devono sottoporsi a un alcol test e al controllo della pressione sanguigna. Inoltre, ogni sei mesi, devono sostenere una serie di esami della durata di quattro ore, tramite un apposito simulatore. «Nei test dobbiamo gestire ogni tipo di emergenza, come incendi al motore, guasti elettrici, depressurizzazione rapida e maltempo così da dimostrare di saper affrontare qualsiasi situazione. Se facciamo un errore o non superiamo l’esame, non possiamo volare», spiega il pilota, aggiungendo poi che «qui in Cina, tutti mettono molta energia nel proprio lavoro e nella propria vita, quindi voglio fare del mio meglio. Mi piace molto qui». Nel 1983, quando Benedetto visitò la Cina per la prima volta insieme a una delegazione ufficiale dell’Aeronautica militare, non avrebbe mai immaginato di intraprendere, un giorno, una nuova vita nel Paese. «Spero di rimanere qui il più a lungo possibile», afferma, aggiungendo che in questo posto ha scoperto un mondo meraviglioso. La fitta rete di metropolitane e il bike-sharing rendono più agevoli i movimenti di Benedetto per Wuhan il quale, nel tempo libero, si dedica ad accompagnare Markus, suo figlio di sei anni, a fare jogging, ad andare in bicicletta nel parco vicino o a volte persino a fare shopping a Hanjie, una strada cittadina con area pedonale. Secondo il pilota italiano, in Cina anche i telefoni cellulari sono più versatili: basta qualche rapido click e gli addetti alle consegne bussano alla porta dopo 20 minuti con il pane e il latte ordinati online e l’indomani gli bastano pochi secondi per prenotare un taxi che porti Markus alla scuola elementare che si trova a più di 10 km da casa. Anche se il capitano parla poco il cinese, grazie alle applicazioni di traduzione riesce a comprendere e a chiacchierare con gli altri.
All’inizio del 2020, quando Wuhan era nel vortice della pandemia di Covid-19 con la sospensione di voli e treni in uscita, Benedetto è stato trasferito a Shanghai, dove ha potuto continuare a volare. Dopodiché è dovuto tornare in Europa per rinnovare la sua licenza di volo. Tuttavia, a causa dei disagi dati dall’emergenza sanitaria il pilota, insieme a sua moglie e suo figlio, ha dovuto attendere fino a settembre dello scorso anno prima di poter tonare in Cina. «Quando sono decollato di nuovo dagli aeroporti di Wuhan, mi sentivo molto felice e orgoglioso. E camminando per le strade, ho visto qualcosa di diverso negli occhi delle persone intorno a me: mi sembravano più forti di prima», spiega. Tutto sembrava procedere alla perfezione, ma poi la quotidianità di Benedetto è stata colta da un fulmine a ciel sereno. Nell’ottobre 2020 infatti, sua moglie è scomparsa improvvisamente a causa di un’embolia polmonare, «io e mio figlio siamo entrati in una fase diversa della vita. Mi sono messo a studiare per essere un buon genitore e capire cosa è importante per lui», racconta.
Per via della sua professione, l’italiano è solito assentarsi per giorni e quindi non riuscire a vedere il piccolo; tuttavia, per quanto sia difficile, è riuscito a trovare un equilibrio tra lavoro e famiglia con la sua “teoria della scatola”. «Quando parto per il lavoro, chiudo la scatola di mio figlio e apro quella dell’aereo. E dentro la scatola dell’aereo, non penso a nient’altro. Poi, chiudo la scatola dell’aereo e riapro la scatola di mio figlio», spiega Benedetto, il quale si avvale della collaborazione di alcune tate che si prendono cura del ragazzo quando lui è in volo, «voglio essere professionale e devo continuare a lavorare per dargli un futuro migliore». «Diego è un gran lavoratore. Dopo la morte di sua moglie, deve occuparsi da solo di suo figlio, ma il suo lavoro non ne ha risentito affatto. Anche se gli orari operativi dei capitani sono irregolari, lui non chiede mai il congedo», afferma Xu Xiaolin, direttore dell’ufficio dei piloti stranieri della sede di Wuhan di China Eastern.
Nei principali aeroporti cinesi, il numero di voli è tornato ai livelli pre-pandemici. Anche se attualmente ci sono meno passeggeri per volo e i voli internazionali sono limitati, Benedetto è ottimista per il futuro: «Abbiamo i vaccini e l’economia sta andando meglio, quindi penso che l’industria si riprenderà abbastanza presto, forse in meno di un anno. China Eastern sta ricevendo nuovi aerei, quindi spero che ci sarà ancora bisogno di me». L’italiano compirà 60 anni a novembre e il suo contratto con China Eastern è stato prolungato fino a maggio 2022. Anche se è vicino al limite di età per un pilota di aerei passeggeri, la sua volontà è quella di rimanere in piena forma, sia fisicamente che tecnicamente, in modo che la sua carriera di volo possa durare il più a lungo possibile. Nel frattempo, Benedetto ha anche iniziato a prendere in considerazioni altre opportunità di lavoro. Secondo il pilota, i meriti del professionista che è oggi sono riconducibili al suo servizio militare in Italia, dove ha imparato il valore di spingersi oltre la sua zona di comfort. «Quando arriverà la fine per me, voglio essere consapevole di aver usato ogni singola goccia della mia vita: niente pigrizia, niente scorciatoie, niente fuga dalle responsabilità o dalle sfide difficili. Voglio essere consapevole di aver affrontato tutto con la massima energia», conclude il capitano.
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