Da oltre 1800 anni a Jingdezhen, in Jiangxi, si producono ceramiche di altissima qualità esportate in tutto il mondo
Jingdezhen, una piccola città situata tra le montagne della provincia cinese orientale dello Jiangxi, viene da tempo associata alla creazione di ceramiche di qualità. Spesso definita la “capitale della porcellana” per il suo importante ruolo nell’industria della ceramica a livello nazionale e internazionale, la cittadina si dedica all’artigianato da oltre 1800 anni. Grazie al suo ruolo di fornace ufficiale imperiale, a Jingdezhen sono state sviluppate tecniche di produzione della porcellana che la collocano in una categoria a sé stante. Ancora oggi, una grande varietà di prodotti in porcellana realizzati qui viene esportata nel mondo mentre migliaia di artisti e amanti della ceramica vi giungono ogni anno per ammirare la migliore porcellana del mondo.
Attualmente, la città vanta più di 8300 imprese attive in questo settore oltre a 9800 artigiani autonomi, mentre circa il 10% della sua popolazione è impegnata in attività correlate. Qui generazioni di artigiani della ceramica hanno messo in atto una profonda interpretazione dello spirito dell’artigianato all’insegna di diligenza, perfezione, innovazione e questo è anche il segreto celato dietro la raffinata qualità dei pezzi prodotti. Proprio come le 72 trasformazioni del re Scimmiotto, celebre personaggio della letteratura cinese, una manciata di argilla non può trasformarsi in un bel pezzo di porcellana di Jingdezhen senza passare attraverso un processo fatto di ben 72 passaggi.
L’esperienza e l’abilità sono essenziali. Lo sa bene Hu Jiawang, che ha sviluppato un trucco unico nel suo genere ovvero quello di “sputare” nel forno per valutarne la temperatura in base alla velocità con cui la saliva evapora, un metodo che spesso è più preciso di un termometro. E questo è solo l’inizio. Sono molti i misteri da svelare prima di poter comprendere appieno l’arte della fornace. Per Xiang Yuanhua, un erede delle tecniche e dei metodi della fornace imperiale, «un pezzo di vera arte è creato dall’attitudine all’eccellenza, dalla pace interiore, dalla pienezza di cuore e dalla precisione delle abilità». La società di Xiang, la Jingdezhen Imperial Kiln Culture Development Co., Ltd esegue restauri secondo antichi stili di porcellana, alcuni dei quali esposti nei musei del palazzo di Pechino e Taipei. Tra i 20.000 pezzi prodotti dalla sua azienda ogni anno, sono appena 2000 all’incirca quelli che raggiungono la qualità desiderata. Il destino degli oggetti che non risultano idonei è invece brutale dal momento che vengono frantumati e smaltiti, come vuole l’antica tradizione di Jingdezhen.
Nonostante standard qualitativi tanto elevati, la collezione di porcellane di Jingdezhen, conservata sia in superficie che nelle aree sotterranee, non è seconda a nessuna al mondo: «Jingdezhen non deve a nessuno la sua fama ma è riconosciuta da tutto il mondo», afferma Xiang, che continua: «Le porcellane di Jingdezhen seguono uno standard rigoroso e incarnano i valori del popolo e dell’estetica cinese e questo è stato tramandato molto bene». I vasai di Jingdezhen non smettono mai di innovare la produzione pur conservando allo stesso tempo le tradizioni. Secondo Yu Jihua, capo dell’Associazione degli artisti della ceramica di Jingdezhen, quella che rappresenta è una categoria che è sempre stata molto aperta: «Sono sempre disposti a condividere la propria esperienza e le proprie abilità, tramandate per migliaia di anni, e ad accettare nuove idee».
A Jingdezhen ci sono inoltre circa 30.000 artisti non locali, di cui circa 5000 provenienti dall’estero i quali iniettano costantemente nuova linfa e ispirazione nell’arte tipica di Jingdezhen. Su Hui, un noto maestro di arti e mestieri della provincia dello Shaanxi, si è recato due anni fa nella città in cerca di nuova ispirazione: «Negli ultimi due anni ho incontrato molti artisti e amici e sento che la mia capacità creativa è notevolmente migliorata», ha detto, aggiungendo che «Jingdezhen è una città molto tollerante nei confronti della creazione artistica e qui la produzione di porcellana è molto matura sotto tutti gli aspetti. I giovani artisti possono dare il via ai loro sogni ad un costo molto basso». Tra i visitatori esteri c’è anche l’artista francese Camille Kami, la quale durante la sua prima visita è rimasta incantata da questa città «dove c’è un settore che va avanti senza sosta da più di mille anni». Con una storia tanto illustre, una tale ricchezza di talenti e competenze e così tanto interesse da parte delle nuove generazioni, il futuro di Jingdezhen sembra al sicuro. Dopo migliaia di anni, il fuoco della celebre fornace arde ancora luminoso.
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