L’albero della pesca, il pesco o prunus persica, è originario della Cina, dove fin dall’antichità è considerato simbolo dell’immortalità
La pesca è un tipico frutto estivo e nei mesi di giugno e luglio si consuma in abbondanza, fino a fine estate. L’albero, il pesco o prunus persica, appartiene alla famiglia delle Rosaceae ed è originario della Cina, dove fin dall’antichità è considerato simbolo dell’immortalità. Proprio per questo motivo, i suoi fiori sono stati celebrati in poesie, canzoni, dipinti e altre opere. Prima di arrivare in Europa, furono i persiani a godere delle sue proprietà e ad attribuirgli il nome, con accezione di “della Persia”. Il nome persico si ritrova nei dialetti italiani romanesco persica, genovese persiga e veneto persego. L’albero può raggiungere i 4-8 metri di altezza, ha foglie lanceolate appuntite e fiori di colore rosa, anche se sono diversi in base alla varietà. I petali possono essere piccoli e stretti oppure ampi e larghi. In particolare, la pesca a polpa gialla ha petali con all’interno un colore più scuro tendente all’arancio, mentre quella a polpa bianca presenta una sfumatura più chiara all’interno dei petali rosa. Il frutto è succoso e dolce, con buccia che varia dal giallo-rossastro a colori più scuri e che in base alla varietà può essere vellutata o liscia. Le varietà più comuni, che si distinguono dalla pesca propriamente detta per la pelle liscia e il nocciolo non o meno aderente alla polpa, sono la pesca gialla, la pesca bianca, la pescanoce o nettarina e la percoca. Altre varietà sono la merendella, la pesca saturnina o tabacchiera e la pesca di Bivona o montagnola.
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PROPRIETÀ
La pesca è ricca di vitamine e antiossidanti. Contiene un particolare acido che elimina le tossine. Favorisce la digestione e combatte i disturbi alla circolazione. Ha proprietà lassative e diuretiche, è rinfrescante e dissetante, in quanto ricca d’acqua. Il potassio aiuta a ridurre la pressione arteriosa, mentre la vitamina C stimola le difese immunitarie. Riduce il colesterolo cattivo e aiuta la salute degli occhi, grazie alla presenza di due particolari antiossidanti. Le informazioni qui riportate hanno un puro scopo informativo, per usi terapeutici è consigliabile rivolgersi a un esperto.
CURIOSITÀ
Albero della vita e simbolo dell’immortalità, per la cultura cinese mangiare un frutto di questo albero aiuta a preservare il corpo dalla corruzione e dalla putrefazione. È nota la leggenda secondo cui mangiare una pesca prima di passare a miglior vita può aiutare il corpo a preservarsi. Leggenda avvalorata dal ritrovamento, nel 1977, del corpo della moglie del marchese di Tai (II secolo a.C.), ritrovato intatto con accanto proprio una ciotola di pesche. Secondo la tradizione, gli immortali taoisti si nutrivano di frutti o fiori di pesco. Si dice anche che Alessandro Magno ne rimase affascinato quando lo vide durante una spedizione in Persia.
COME USARLA
Si consuma fresca e nelle macedonie. Fa da base per succhi, marmellate e dolci. Immersa nel vino per la sangria, viene anche consumata come dessert con vino, zucchero e limone. Le foglie, dal sapore amarognolo, possono aromatizzare i liquori. La percoca si utilizza in versione sciroppata o nei succhi. Note in Piemonte le pesche dolci, ripiene di una crema a base di uova, zucchero, amaretti e cacao. Una ricetta della medicina cinese consiglia di sbucciare tre pesche, cuocerle a vapore, lasciarle intiepidire e mangiarle la mattina, a digiuno.
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