Dal mese di maggio maturano i frutti del loquat, chiamato comunemente nespolo del Giappone, anche se si ritiene abbia origine in Cina
Il suo nome cinese è pipa guo o frutto del pipa, lo strumento musicale della tradizione cinese, simile al frutto nella forma. Sebbene assomigli molto alla nespola comune, anche per il colore, le due specie non vanno confuse. Il loquat, infatti, appartiene sì alla famiglia delle Rosacee, ma al genere Eriobotrya, da cui il suo nome scientifico Eriobotrya japonica.
L’albero può raggiungere i dieci metri sia in altezza che in larghezza, con foglie molto grandi e robuste, di colore verde lucente sul dorso e verde pallido nella parte ventrale. Il colore dei frutti va dal giallo chiaro all’arancione e al loro interno ci possono essere anche tre o quattro semi marroni, che occupano buona parte dello spazio. I fiori emanano un profumo intenso, simile al biancospino.
In Cina ve ne sono molte varietà, mentre in Giappone, dove è chiamato biwa, ha trovato largo impiego nella coltivazione molto prima dell’arrivo in Europa, avvenuto verso il 1800. In particolare, il primo esemplare, ospitato nel Giardino botanico di Parigi, risale al 1784, mentre in Italia è stato l’Orto botanico di Napoli ad ospitarlo per primo nel 1812.
Le varianti giapponesi selezionate hanno in genere frutti più grandi delle specie selvatiche cinesi, le quali, per contro, hanno polpa più compatta rispetto alle vicine nipponiche.
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CURIOSITÀ
Il termine Eriobotrya deriva dal greco e significa “grappolo lanoso o peloso”, per l’infiorescenza a grappolo di consistenza pelosa, come per la peluria presente nelle strutture dei fiori e sui frutti quando non ancora maturi. È un modo che ha la pianta per isolare e proteggere il frutto dal vento freddo dell’inverno. La pianta è molto ricercata dalle api per l’impollinazione e preferisce zone temperate o calde. È presente infatti nel Sud Italia e in Sicilia se ne ricava il miele. Diversi studiosi dicono che la nota “casa del nespolo” nel romanzo I Malavoglia di Giovanni Verga si riferisca, però, al nespolo comune e non a quello del Giappone.
PROPRIETÀ
Le foglie contengono sostanze antiossidanti, che vanno a beneficio del fegato e combattono l’invecchiamento della pelle. Nel frutto sono presenti vitamine A, B e C, sali minerali come potassio, fosforo e magnesio, che gli danno una funzione energetica. È ricco di acqua e fibre, pertanto ha proprietà dissetanti, digestive, diuretiche e lassative quando è maturo, astringenti quando è acerbo. Ha inoltre proprietà antinfiammatorie nonché benefici sulla pressione sanguigna e sulla vista. Queste informazioni hanno un puro scopo informativo, per usi terapeutici è consigliabile rivolgersi a un esperto.
COME USARLO
La pianta è stata utilizzata fin da subito a scopo ornamentale, utilizzo che si ritrova soprattutto nel nord Italia, mentre al Sud viene coltivata anche per mangiarne i frutti. Se ne ricava un miele molto profumato e dolce dal retrogusto amarognolo, che pare abbia molte proprietà energetiche e rappresenti una rarità, prodotto in particolare in Sicilia. Può essere utilizzato come base per produrre marmellata, liquore, per dolci e torte, per diverse salse e come infuso per una buona tazza di tè.
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