Utilizzata nella medicina alternativa e consumata in Cina in particolare nel mese di aprile, nel pieno del periodo primaverile, la pianta è di origine cinese e si è poi diffusa in altri Paesi orientali
Il suo nome cinese è shanyao, che letteralmente significa “medicina di montagna”. In Italia viene chiamata patata cinese, anche se il suo nome ufficiale è igname cinese, mentre il suo nome scientifico è Dioscorea polystachya o Dioscorea batatas. La pianta, della famiglia delle Dioscoreaceae, è rampicante e ha tuberi commestibili, anche crudi, che ricordano vagamente le patate, utilizzati nella medicina alternativa e consumati in Cina in particolare nel mese di aprile, nel pieno del periodo primaverile.
La pianta è di origine cinese, poi si è diffusa in altri Paesi orientali quali Giappone, Corea e Vietnam. Introdotta in Europa nel XIX secolo, durante una carestia di patate, fu descritta per la prima volta dal botanico Joseph Decaisne (1807 – 1882). I tuberi migliori sembrerebbero essere quelli della contea di Xinxiang, nella provincia cinese dello Henan, ma sono noti anche quelli di Hebei, Shandong e Shanxi. Le rampicanti raggiungono una misura che in genere va dai tre ai cinque metri e si attorcigliano in senso orario. I fiori emanano un particolare profumo che ricorda la cannella, mentre i tuberi sono fusiformi o cilindrici, possono pesare fino a quattro o cinque chili e raggiungere il metro sottoterra. È piuttosto tollerante al freddo e al ghiaccio.
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Proprietà
L’igname cinese ha proprietà antiossidanti in quanto contiene zinco, manganese, ferro, rame e selenio. Contiene inoltre vitamina B1, vitamina C, mucillagine, amilasi, aminoacidi e glutammina e dunque diverse proprietà nutritive. Studi medici hanno confermato la sua efficacia in problemi legati al fegato e ai reni, in particolare può rappresentare un’alternativa nella terapia post-menopausa, al fine di alleviare vampate di calore, sindrome premestruale, disturbi mestruali, osteoporosi, affaticamento, problemi digestivi. È utilizzata nella medicina tradizionale cinese per disturbi che riguardano lo stomaco, la milza, i polmoni e i reni. È considerata una pianta dagli effetti tonici e ristorativi. Per usi terapeutici si consiglia di rivolgersi a un esperto.
Come usarla
I tuberi di igname cinese, le cosiddette patate cinesi, possono essere mangiati crudi o cotti e sono utilizzati soprattutto nelle cucine cinese, giapponese e coreana. In Giappone, dove è chiamato nagaimo, viene mangiato dopo essere stato brevemente immerso in acqua e aceto, mentre quello grattato, chiamato tororo, è consumato come contorno o aggiunto alla soba e agli udon.
Nella medicina tradizionale cinese, i succhi delle foglie vengono utilizzati contro punture di scorpioni e morsi di serpente.
Curiosità
Introdotta negli Stati Uniti nel XIX secolo come pianta ornamentale nonché nutritiva per i suoi tuberi, ha poi iniziato a diffondersi fuori controllo, diventando una pianta infestante e creando problemi in particolare nell’area protetta del parco nazionale delle Great Smoky Mountains, sui monti Appalachi.
La sua radice rientra fra gli otto ingredienti dell’erboristeria cinese utili al trattamento di ipertiroidismo, nefrite e diabete e fu chiamata “radice luminosa” dal filosofo Rudolf Steiner, in quanto unico vegetale capace di immagazzinare “l’etere di luce” nella sua parte sotterranea, luce di cui l’organismo ha bisogno per mantenersi in salute.
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