Lungi dal privilegiare il protezionismo, gli sforzi locali soddisfano le esigenze del settore agricolo interno e di quello straniero
All’interno del progetto della rivitalizzazione delle campagne e dell’eliminazione della povertà assoluta, l’ottimizzazione delle industrie e delle infrastrutture rurali ha aiutato gli agricoltori cinesi a vendere all’estero le loro merci nonché i loro prodotti autoctoni. Difatti, come ha dichiarato Wang Zhiqing, vice ministro dei trasporti, «la Cina si sta impegnando ad implementare ulteriormente la costruzione delle reti ferroviarie e dei collegamenti interregionali per servire meglio la causa della vitalità rurale: non a caso, ultimamente, l’imponente rete stradale nelle campagne ha stimolato fortemente la produzione e il consumo locale nazionale, persino nei villaggi più remoti e arretrati del Paese».
Al riguardo, Li Wenbin, gestore di un’attività agricola di ortaggi nella città di Pingdu, nella provincia dello Shandong, ha riferito a Xinhua che, lo scorso anno, le sue vendite di verdure sono aumentate di 20.000 tonnellate nelle esportazioni nei mercati d’oltremare, principalmente in quelli del Giappone, della Corea del Sud e della Malesia. Analogamente, Pei Shengji, manager di Zhonglong Food, con sede a Shouguang, ha affermato che la coltivazione e la raccolta di carote della sua azienda nel Fujian è in pieno svolgimento, tanto che «tutte le carote, quest’anno, verranno lavorate e spedite ai mercati esteri al fine di soddisfare la domanda esterna per tutto il corso dell’anno, soprattutto perché l’azienda ha avuto modo di espandersi nelle province dello Hebei, dello Shaanxi e del Guangxi Zhuang».
Per quanto riguarda l’aspetto finanziario e dei redditi, l’ex lavoratore migrante Zhang Yuewen, il quale ha lavorato in un villaggio precedentemente impoverito ai piedi della Grande Muraglia presso la contea di Yanggao, ha riferito a Xinhua che l’anno scorso, nonostante l’epidemia, ha guadagnato più di 70.000 yuan, ossia il doppio del suo reddito da lavoratore migrante: questo è avvenuto perché dal 2016 al 2020, gli investimenti cinesi nella rete stradale rurale dell’intera nazione hanno superato i 310 miliardi di yuan, incrementando, di conseguenza, anche il reddito netto pro capite degli abitanti dei villaggi. Tale scenario, infatti, che risponde alla visione di Xi Jinping sull’edificazione di una “civiltà globale inclusiva”, intende far fronte alle sfide che concernono il miglioramento dell’ambiente comunitario, questioni che rientrano sempre più nelle dinamiche socio-economiche internazionali.
Non a caso, se si pensa al commercio e al campo economico multilaterale, nelle recenti conferenze dedicate alla Belt and Road Initiative e alla BRICS, la quale raggruppa le economie emergenti di Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, Xi Jinping ha continuamente sottolineato il concetto di “armonia mondiale”. Al riguardo, come ha spiegato a Xinhua Muhammad Zahra, un esperto siriano di affari cinesi, «la Cina privilegia sempre soluzioni reciprocamente vantaggiose nelle questioni globali dando priorità alla logica dell’umanità e della “condivisione”: ciò è attestato dagli stessi sforzi delle sue organizzazioni multilaterali, le quali intendono rilanciare l’economia internazionale a seguito dello shock pandemico».
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