La Cina lancia su WeChat il suo passaporto di certificazione sanitaria anti-covid per garantire spostamenti sicuri
L’idea del passaporto vaccinale era già stata suggerita dal ministro degli Esteri Wang Yi durante la conferenza stampa tenuta domenica 7 marzo e adesso è una realtà che, come ha sostenuto Zhao Lijian, portavoce del ministro, «ha lo scopo promuovere la ripresa dell’economia mondiale, facilitare gli spostamenti oltre i confini e agevolare i viaggi trans-frontalieri». Il passaporto vaccinale, che attesta l’immunizzazione per il Covid-19, è un certificato che verifica lo stato vaccinale del cittadino cinese nonché i risultati dei test effettuati contro il coronavirus.
Come spiega Xinhua, il certificato, per lo più digitale, che può essere facilmente ottenuto attraverso la piattaforma WeChat, dispone di un codice QR che consente agli altri Paesi di verificare la condizione sanitaria dei viaggiatori cinesi e quindi di attestare il loro stato di salute e di immunizzazione a seguito dei test sierologici nonché di certificare se l’individuo sia entrato in contatto o meno con dei positivi. Come ha affermato Zhao Lijian, infatti, «la pandemia è ancora con noi, ma bisogna far ripartire l’economia mondiale e i viaggi senza più ritardi» e lo stesso passaporto vaccinale cinese dimostra l’attenzione rivolta alla creazione di una certificazione sanitaria, sebbene ancora non approvata a livello internazionale, che attesta gli sforzi per allentare le restrizioni imposte nei viaggi nonché di implementare un sistema di tracciamento sicuro negli spostamenti all’estero.
Nel frattempo, come ha sostenuto lunedì 8 marzo Eric Mamer, portavoce capo della Commissione europea, anche gli altri leader dell’Unione europea stanno discutendo della proposta di adottare il passaporto vaccinale e di sollecitare, come ha fatto la Cina, i certificati di vaccinazione nei viaggi, al fine di garantire nuovi scambi interpersonali e libertà di movimento oltre le frontiere.
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