Xi avanza ambiziosi piani che nei prossimi anni incoroneranno la modernizzazione della Cina e implementeranno la cooperazione internazionale
La Quinta sessione plenaria del 19º Comitato Centrale del PCC, che alla fine del 2020 ha formulato il 14º Piano quinquennale per lo sviluppo nazionale incentrato sulla fascia annuale 2021-2025, ha insistito sul rafforzamento dell’industria manifatturiera del Dragone, del settore imprenditoriale e della ricerca scientifico-tecnologica, sebbene il Paese abbia già riscontrato un potenziamento generale della sua economia domestica, dal momento in cui alla fine del 2020, nonostante le vicissitudini causate dalla pandemia, questa è cresciuta per un PIL pari al 6,6%, superando persino gli obiettivi preposti del 6,5%.
Ma la vera novità è il China Vision for 2035: un ambizioso piano che, lavorando sull’ottimizzazione dell’innovazione tecnologica d’avanguardia, completerebbe la trasformazione della Cina come “fabbrica del mondo”: secondo Xi Jinping, infatti, questo progetto permetterebbe alla nazione non solo di guadagnare il primato nel settore scientifico e in quello hi-tech, ma anche di diventare autosufficiente economicamente e di espandere la propria industria in tutto il mondo, soprattutto grazie alla sua manifattura a basso costo. Pechino, inoltre, intende approfondire l’approccio geo-strategico multilaterale, rivolgendosi ad un maggiore coinvolgimento nel mercato internazionale in linea con il modello della “doppia circolazione”, affinché il mercato cinese ed estero possano “contaminarsi” e rafforzarsi a vicenda sulla base dell’impiego di capitali esteri ed investimenti in uscita.
Tuttavia, le nuove sfide che il Dragone dovrà affrontare nei prossimi anni non concernono tanto il mercato quanto la “causa ambientale”, ovvero la capacità da parte della Cina di confrontarsi con la minaccia del cambiamento climatico e con l’inquinamento globale: all’interno di questo quadro, Xi si è già attivato nel promuovere uno sviluppo ecosostenibile libero dai combustibili fossili, avanzando diversi “piani verdi” per le energie rinnovabili e per lo sviluppo a basse emissioni di carbonio, dato che entro il 2060 la Cina desidera diventare un Paese ad “impatto zero”, conquistando la neutralità carbonica. Al riguardo, lo stesso Bill Gates, attivista e co-fondatore di Microsoft, ha elogiato le priorità climatiche della Cina volte alla riduzione di CO2 e all’impiego delle rinnovabili: come riporta Xinhua, Gates ha commentato che «senza il contributo cinese, molti degli ingredienti chiave nella lotta contro il cambiamento climatico, come la produzione di auto elettriche e l’impiego dell’energia solare, non sarebbero così evidenti».
BENESSERE NAZIONALE
Unitamente al problema dell’inquinamento, la prossima sfida del Dragone è quella di risollevare il Paese dalle difficoltà causate dalla pandemia, migliorando il sistema del welfare nazionale e garantendo il benessere pubblico a tutte le fasce sociali, in linea con il modello del socialismo con caratteristiche cinesi: nello specifico, il governo si è mobilitato per diminuire notevolmente le disuguaglianze tra zone urbane e aree rurali, le quali ancora affliggono la Cina in termini di qualità di vita e accesso partitario ai servizi.
La retorica ideologica del “ringiovanimento nazionale”, infatti, è legata all’intera “modernizzazione socialista” promossa da Xi il quale, entro il 2049, vuole una Cina moderna, forte, prospera, armoniosa e culturalmente avanzata: da questo punto di vista, come ha sostenuto Fu Jinling, funzionario del Ministero delle Finanze, gli incrementi fiscali per il sostegno delle fasce povere, tesi a diminuire drasticamente il tasso di povertà, saranno ulteriormente potenziati, proprio come è stato fatto nel corso dell’annus horribilis con lo stanziamento di 103 miliardi di yuan (circa 14,7 miliardi di dollari USA) volti a sostenere i mezzi di sussistenza dei meno abbienti. Come ha sostenuto Xi, infatti, «lo scopo fondamentale del Partito è servire il popolo», di conseguenza, l’organizzazione del PCC dovrebbe lottare per lo sradicamento della povertà nei villaggi affinché i più poveri, e quelli che si sono maggiormente impoveriti nel corso del 2020, possano godere di una vita migliore.
ERA POST-PANDEMIA
Oltre al perfezionamento della sua “economia green” e alla risoluzione degli annosi problemi derivanti dallo squilibrio tra zone costiere e zone continentali, nel suo ultimo discorso di Capodanno che ha chiuso le porte al 2020, il presidente ha sostenuto che la Cina ha compreso più che mai il significato di una comunità internazionale dal futuro condiviso e che adesso è necessario attivarsi per promuovere la ripresa economica in tutto il mondo nell’era post-Covid sulla base di un reciproco multilateralismo, dell’apertura, dell’inclusione e della cooperazione mondiale.
Il Covid, che ha infettato oltre 57,4 milioni di persone e ucciso oltre 1,3 milioni di uomini e donne in tutto il mondo, ha messo in luce molti anelli deboli della governance globale, quindi il G20, come principale forum per la cooperazione internazionale, adesso deve mettere in atto le sue capacità per affrontare le sfide globali, soprattutto in riferimento al sostenimento del sistema sanitario internazionale e al contenimento della diffusione di ulteriori possibili malattie infettive. Su questa prospettiva, Xi ha suggerito che i membri del G20 dovrebbero cooperare per rafforzare il ruolo dell’OMS al fine di edificare una comunità globale sicura per tutti, ottimizzando l’innovazione scientifica e la globalizzazione economica, ma combattendo allo stesso tempo il cambiamento climatico al fine di costruire un mondo «pulito e bello, in cui uomo e natura convivono armoniosamente».
Tutti questi progetti strutturali rientrano nell’imminente agenda strategica del Dragone, il quale è deciso a implementare un nuovo paradigma in cui la leadership cinese gioca un ruolo decisamente di primo piano come “garante dell’ordine internazionale”, all’interno di un quadro di riforme progettuali in cui Pechino intende promuovere la resilienza globale e una produttività internazionale più rinvigorita nell’era post-pandemica.
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