Il ritorno della sonda Chang’e-5 fornirà una varietà di semi potenzialmente capace di assicurare raccolti più abbondanti
Oltre ai campioni prelevati sulla Luna, la sonda cinese Chang’e-5 riporterà sulla Terra anche qualcos’altro dal proprio viaggio spaziale: una varietà di semi di piante potenzialmente capace di assicurare raccolti più abbondanti, tanto attesa dagli scienziati. Secondo la Space Breeding Innovation Alliance, nel carico utile della missione era compreso anche il suo programma di coltivazione spaziale. I semi, tra cui riso, orchidee, erba medica e avena, hanno intrapreso il viaggio di andata e ritorno tra la Terra e la Luna a partire dal 24 novembre, quando la sonda è stata lanciata in orbita.
Gli studi sulle colture spaziali sono cominciati in Cina negli anni ’80. Dopo essere stati esposti alle radiazioni cosmiche e a gravità zero, secondo gli scienziati, alcuni semi possono mutare e, una volta piantati sul nostro pianeta, produrre raccolti più abbondanti e di migliore qualità. Nel 1987, un primo lotto di semi fu spedito in orbita tramite satelliti di telerilevamento recuperabili, tornando sulla Terra dopo cinque giorni. Grazie al rapido sviluppo del programma spaziale cinese, i ricercatori del Lanzhou Institute of Husbandry & Pharmaceutical Sciences hanno studiato sementi di foraggio di qualità attraverso le nuove tecnologie per lo spazio, nella speranza di ridurre la dipendenza cinese dalle importazioni. Dal 2009, l’istituto ha spedito in orbita ben 38 lotti di semi di nove diversi tipi di foraggio in sette differenti missioni, compresa la sonda Chang’e-5. Secondo i ricercatori, non è possibile prevedere se i semi inviati nello spazio finiranno per mutare né si può sapere come muteranno. La risposta viene rivelata solo una volta tornati sulla Terra per la semina e la coltivazione.
La mattina del 16 dicembre, stando alla China National Space Administration, la sonda Chang’e-5 ha completato la propria seconda correzione orbitale nell’orbita di trasferimento tra la Luna e la Terra. Al momento giusto, secondo l’amministrazione cinese, il modulo orbitante si separerà da quello di rientro, che dovrebbe atterrare nella Bandiera di Siziwang, nella Regione autonoma della Mongolia Interna, in Cina settentrionale.
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