L’antica arte delle scarpe tradizionali di stoffa torna di moda in Cina rompendo 30 anni di dominio delle sneaker sul mercato
(XINHUA) – CHENGDU, 9 GIU – Nella città cinese di Tangchang, l’artigiana Lai Shufang ispeziona attentamente le nuove scarpe in tessuto che ha realizzato e taglia le rifiniture in eccesso che sporgono dai bordi delle calzature. La 62enne lavora come calzolaia nella provincia sud-occidentale del Sichuan, dove realizza scarpe tradizionali in stoffa nell’attività di famiglia aperta oltre 80 anni fa. «Nel 1938, mio padre andò in un noto negozio di calzature in città per imparare quest’arte e in seguito divenne un istruttore tecnico in una fabbrica di scarpe di proprietà statale», ricorda Lai. «Anche io ho lavorato in fabbrica, ma dopo la chiusura dello stabilimento negli anni Novanta, ho aperto un laboratorio in casa e ho proseguito l’attività di famiglia producendo scarpe in stoffa».
Le vendite di calzature in stoffa subirono una brusca battuta d’arresto in Cina negli anni Ottanta, quando le scarpe da ginnastica sbarcarono sul mercato, facendo passare di moda quelle tradizionali. Ultimamente le scarpe in stoffa stanno godendo di una rinascita, sull’onda della nostalgia sollevata dalla progressiva promozione del patrimonio culturale tradizionale in Cina.
Il prossimo 13 giugno, infatti, le principali piattaforme di e-commerce cinesi Taobao.com, JD.com e Suning.com e la popolare applicazione per la condivisione di video brevi Kuaishou daranno il via a un festival dello shopping online dedicato ai prodotti del patrimonio culturale immateriale della Cina. Ai Zipeng, figlio di Lai, non se lo vuole perdere e ha fatto domanda di adesione. «JD.com ci ha chiesto di preparare 3.000 paia di scarpe tradizionali, con la promessa che le avrebbe promosse sul mercato gratuitamente, mentre Taobao.com vuole che ne produciamo 8.000 paia», racconta Ai. «La domanda è semplicemente schiacciante, considerando che nel 2019 abbiamo realizzato solo 10.000 paia di scarpe nell’intero anno».
Le calzature tradizionali in tessuto prodotte nella città di Tangchang hanno oltre 700 anni di storia. Ogni paio deve sottostare a 32 diverse fasi produttive, che prevedono il ricorso a materiali naturali come cotone, tela, lana e perfino farina. Gli artigiani come Lai preparano infatti un impasto di farina e vi applicano vari strati di stoffa, che vengono quindi asciugati e serviranno come materia prima per suole e tomaie. «Le scarpe in stoffa hanno una maggiore permeabilità all’aria rispetto a quelle con suole in plastica attualmente in vendita sul mercato», spiega Lai. «Sono facili da indossare e non si bagnano facilmente».
Questo genere di calzature tradizionali godette di un’enorme popolarità in Cina fino agli anni Ottanta. «Ai tempi d’oro – ricorda l’artigiana – c’erano cinque fabbriche di scarpe in stoffa soltanto a Chengdu». Ma quando le sneaker hanno preso il sopravvento, la loro popolarità è gradualmente diminuita: l’ultimo degli stabilimenti produttivi, in cui ha lavorato Lai fallì nel 1998. Per sopravvivere e contribuire a mantenere in vita il locale patrimonio culturale, Lai e i suoi colleghi continuarono a produrre calzature tradizionali in stoffa. «Ha richiesto molto tempo e fatica e non riuscivamo a vendere le scarpe a un buono prezzo», ammette Lai, che cinque anni fa chiuse il suo negozio, una volta raggiunta l’età della pensione sperando che “la vita diventasse meno difficile”. Fu per lei una sorpresa che suo figlio Ai decidesse addirittura di lasciare il suo per tornare a casa e aiutare sua madre a tramandare quest’antica arte.
Ai ha sviluppato una profonda passione per le scarpe in tessuto da quando era un bambino: «Da piccolo giocavo sempre con i rocchetti di filo nella fabbrica di mia madre, immaginando fosse il bastone d’oro del Re Scimmia», ricorda Ai. «Ho anche sviluppato una passione per la cultura popolare perché mio nonno ascoltava sempre l’opera tradizionale del Sichuan mentre sorseggiava il tè, il che ha avuto una grande influenza su di me». Ma soprattutto Ai ha creduto nel potenziale di mercato delle calzature in stoffa: «So che dal 2014 il governo presta sempre maggiore attenzione alla tutela e alla promozione del patrimonio culturale immateriale cinese e che il numero di persone disposte ad acquistare prodotti tradizionali è in aumento», sottolinea.
Nonostante la progressiva salita dei prezzi, ricorda Ai, le scarpe in stoffa fatte in casa stanno diventando sempre più popolari. Nel villaggio di Zhanqi, dove vivono Lai e suo figlio, le autorità locali hanno promosso il turismo rurale, ristrutturando le abitazioni locali nel rispetto dello stile architettonico originale. Qui i visitatori possono acquistare souvenir locali come scarpe in stoffa, ricami, prodotti in bambù e varie specialità gastronomiche come la salsa di soia.
Secondo il funzionario locale Gao Demin, l’anno scorso il numero di viaggiatori arrivati nel villaggio ha raggiunto il milione di persone e gli introiti del turismo rurale si sono attestati a circa 10 milioni di yuan (circa 1,4 milioni di dollari). «Un tempo il patrimonio culturale come la produzione di calzature in stoffa era sepolto in un mare di prodotti industriali, ma una volta che le persone hanno iniziato a perseguire un elevato livello di qualità della vita hanno capito il valore dell’arte tradizionale», spiega Gao. (XINHUA)
Clicca qui per leggere anche Cina, artigianato riporta la vita alle zone rurali