Individuare il “paziente zero” sarebbe un passo avanti sia per l’identificazione della fonte del coronavirus che per il contenimento dell’epidemia
(XINHUA) – PECHINO, 28 APR – La Cina resta impegnata a rintracciare il “paziente zero” all’origine dell’epidemia di COVID-19, un problema scientifico tuttora di difficile soluzione. Lo hanno reso noto ieri in conferenza stampa vari esperti cinesi.
L’espressione “paziente zero” è spesso utilizzata per riferirsi alla prima persona infettata dal virus al sorgere di un’epidemia. Secondo Liu Peipei, esperta del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, rintracciare il “paziente zero” è ancora difficile in quanto comporta l’analisi di un enorme volume di dati complessi e i primi casi potrebbero includere infezioni asintomatiche non registrate nelle cartelle cliniche.
Individuare il “paziente zero”, ha aggiunto Wang Guiqiang, esperto del dipartimento di malattie infettive del First Hospital della Peking University, rappresenterebbe un significativo passo avanti sia per l’identificazione della fonte del virus che per il contenimento dell’epidemia e la prevenzione di eventuali futuri focolai. Oltre alla Cina, ha aggiunto Wang, tutti i Paesi colpiti dalla COVID-19 hanno il proprio “paziente zero”, che deve ancora essere rintracciato.
Secondo Jin Qi, direttore dell’Istituto di Biologia Medica presso l’Accademia cinese delle Scienze Mediche, non sono mai stati rintracciati i “pazienti zero” della pandemia influenzale del 1918, la cosiddetta “influenza spagnola”, dell’AIDS e dell’influenza H1N1 del 2009. Individuare il “paziente zero” è un problema multidisciplinare che richiede molto lavoro da parte delle comunità medico-scientifiche. Nella fase iniziale dell’epidemia, ha concluso Jin, gli scienziati cinesi hanno rapidamente identificato l’agente patogeno, offrendo un importante contributo al contenimento globale dei contagi. (XINHUA)
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