La rivista The Economist diffonde le tre importanti lezioni da imparare dalla Cina nella lunga battaglia contro il Coronavirus
Lo sforzo della Cina per contenere l’epidemia di COVID-19 ha contribuito a fare la differenza e offre tre importanti lezioni per il mondo, lo scrive la rivista The Economist, come riporta Xinhua. Data la diffusione del virus a livello mondiale, secondo il settimanale inglese essa dipende «da quello che i governi scelgono di fare, come ha dimostrato la Cina». Si riporta infatti che la Cina ha imposto la più grande quarantena della storia, chiudendo le fabbriche, fermando i trasporti pubblici e istruendo le persone a rimanere a casa, prima che il virus si diffondesse ulteriormente. E questo, secondo The Economist, ha permesso di aumentare la consapevolezza e cambiare i propri comportamenti, in caso contrario la Cina avrebbe registrato molti più casi, sia di infezione che di decesso.
Le tre lezioni che insegna l’esperienza cinese, secondo il settimanale, sono: parlare con il popolo, rallentare la trasmissione della malattia e preparare i sistemi sanitari ad un picco di domanda. Più nello specifico, la prima lezione è che bisogna informare la gente prima dell’epidemia, mentre i tentativi di addolcire la verità sono solo deleteri, in quanto «diffondono diffidenza e paura».
La seconda lezione viene dai governi, che possono rallentare la diffusione della malattia, evitando di sovraccaricare i sistemi sanitari e salvando così delle vite. In particolare, si osserva che quando un Paese ha pochi casi, può seguire ogni singolo caso rintracciandolo e isolandolo, ma quando la malattia si diffonde nella comunità, i governi devono prepararsi all’adozione di misure più drastiche di isolamento sociale, che possono comportare l’annullamento di eventi pubblici, la chiusura di scuole, orari di lavoro straordinari e così via.
La terza lezione, dice The Economist, è quella di preparare i sistemi sanitari a ciò che accadrà. Gli ospedali, infatti, avranno bisogno di una serie di materiali come camici, maschere, guanti, ossigeno e farmaci nonché di un piano per riservare spazi appositi ai pazienti di COVID-19, inoltre si dovrà pensare a come lavorare se il personale si ammala e come scegliere tra i pazienti in caso di sovraccarico.