Si è tenuta ieri, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, l’inaugurazione dell’Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina 2020, una rassegna sulla cooperazione internazionale nel settore turistico e culturale dei due Paesi.
Dopo i discorsi di apertura del Presidente e Sovraintendente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Michele Dall’Ongaro e del Presidente del Forum Culturale Italia-Cina Francesco Rutelli, sono intervenuti i Ministri Luo Shugang e Dario Franceschini.
“Nel corso di 2.000 anni di storia, la Via della Seta non ha rappresentato semplicemente una rotta commerciale, ma il filo che ha legato due civiltà lontane e diverse, dimostrando che c’è un punto di incontro e che è possibile creare armonia.” – Luo Shugang

Il 2020 è una nuova opportunità di comunicazione tra popoli e culture, e rappresenta una nuova fase di amicizia tra l’Italia e la Cina: due Paesi accomunati dal primato di siti Unesco, da storie millenarie e da territori ricchi di cultura e di meraviglie naturali. Ed è su queste basi che Cina e Italia devono collaborare per una crescita comune, che elimini ogni competizione e favorisca un reciproco “spalleggiamento”.
Moltissimi gli ospiti che hanno preso parola durante i tre Panel tematici che hanno scandito la conferenza.
Tra le nuove sfide che si sono profilate, una delle più sentite è lo sviluppo di un turismo sostenibile, che crei ricchezza senza mai tralasciare il rispetto per il territorio. Un turismo che tende a spostarsi dalle grandi città d’arte italiane per giungere alle località minori, grazie anche all’influenza esercitata dalla recente visita nel Bel Paese del Presidente Xi Jinping.
I piccoli borghi italiani ricevono sempre più visitatori provenienti dalla Cina, ma secondo la CEO di Trip.com Jane Jie Sun, c’è ancora molto lavoro da fare. L’Italia deve insistere sulla promozione delle località minori e allo stesso tempo spartire i flussi turistici nel corso di tutto l’anno.
A questo proposito, secondo il Segretario Generale della World Tourism Alliance Liu Shijun, è importante educare i turisti al rispetto del territorio. Solo in questo modo il viaggiatore riceverà l’accoglienza desiderata, che ne determinerà la soddisfazione.
Allo stesso tempo, il Presidente ENIT Giorgio Palmucci sottolinea la pericolosità del fenomeno dell’over-tourism, una minaccia per il life-styling del Paese ospitante e, conseguentemente, della sua autenticità.
Continua Liu Shijun:
“A causa dell’over-tourism i prezzi aumentano a dismisura tanto per i turisti quanto per i locali. Questo crea un malcontento nei residenti e influenza negativamente il loro atteggiamento nei confronti dei turisti. È un problema inevitabile, ma che insieme possiamo gestire. Per esempio, una soluzione è quella di impiegare le risorse per invogliare i turisti a trascorrere più giorni nella meta prescelta, piuttosto che per aumentarne il flusso.”
Altro tema al centro del dibattito è quello della digitalizzazione in campo turistico. In Cina l’innovazione tecnologica viaggia a ritmi incessanti. Per questo è necessario che l’Italia tenga il passo, soprattutto per attrarre nei propri territori la fascia dei giovani turisti cinesi, abitauti ai contenuti digitali, che reputano prioritari.
Secondo Pansy Ho, Vice Presidente e Segretario Generale di Global Tourism Economy Forum, è proprio sui giovani che bisogna puntare:
“La cultura promuove il turismo e viceversa. I giovani devono capire che non si viaggia solo per relax, ma anche e soprattutto per imparare, conoscere. Il nostro compito è quello di lavorare per attirare il loro interesse. Ed è una sfida che Italia e Cina devono affrontare insieme”.