(XINHUA) – WASHINGTON, 7 AGO – Lawrence Summers, ex segretario al Tesoro degli Stati Uniti e consigliere economico dell’ex presidente Barack Obama, ieri ha criticato l’attuale segretario al Tesoro degli Stati Uniti Steven Mnuchin per aver bollato la Cina come manipolatrice valutaria, affermando che questa decisione danneggia la credibilità degli Stati Uniti. “Etichettando come manipolazione valutaria cinese un movimento nel tasso di cambio che era ovviamente una risposta naturale alle politiche del suo capo, il segretario ha danneggiato la sua credibilità e quella del suo ufficio”, ha detto Summers, professore e in passato rettore dell’Università di Harvard, in un articolo d’opinione pubblicato sul Washington Post. “Ora sarà più difficile che nella prossima difficile situazione finanziaria gli attori del mercato diano credito alle frasi del Dipartimento del Tesoro”, ha detto, evidenziando che “la svalutazione dello yuan lunedì non è stata artificiale, è stata una risposta naturale del mercato dovuta all’imposizione dei nuovi dazi statunitensi”. “Senza un qualche vantaggio mercantile, e con gli sforzi continui per sostenere il tasso di cambio e perciò incrementare i prezzi delle esportazioni e ridurre quelli delle importazioni, non c’è qui alcuna accusa credibile di manipolazione”, ha argomentato Summers. Ignorando i segnali di mercato e il buon senso economico, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti lunedì 5 agosto ha designato la Cina come manipolatrice valutaria. In risposta, la banca centrale cinese ha confutato la decisione unilaterale, affermando che l’etichetta non soddisfa i criteri quantitativi per la definizione di cosiddetto “manipolatore valutario” fissati dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Summers ha aggiunto che la “spacconeria agitata del presidente” rischia di causare danni economici reali, mentre le imprese e i consumatori si spaventano e rinviano le spese, osservando che andando avanti il rischio di una recessione adesso potrebbe ai livelli più alti di qualsiasi momento dopo la crisi finanziaria del 2008. (XINHUA)