Rao Pingru racconta attraverso parole e immagini la sua vita, dall’infanzia alla morte di sua moglie Mao Meitang
«Per gente semplice come noi la vita è fatta di tante piccole cose, che con il passare del tempo e senza alcuna motivazione apparente, si trasformano in ricordi preziosi».
Ed è proprio sulla scia dei ricordi che Rao Pingru nelle pagine del libro La nostra storia (La nave di Teseo, 2018) racconta e dipinge la sua vita, dall’infanzia alla morte dell’amata moglie con cui ha condiviso sessant’anni intensi e felici. Lo fa con splendide illustrazioni a colori accompagnate da descrizioni dettagliate di momenti peculiari impressi nella sua mente e nel suo cuore.
È un soldato di ventiquattro anni quando viene presentato a Mao Meitang, la sua futura moglie, figlia di un caro amico del padre, con la quale aveva giocato qualche volta da bambino quando vivevano nella provincia del Jiangxi. La vede affacciata alla finestra, intenta a mettersi il rossetto guardandosi in uno specchietto e se ne innamora, come è ricordato in uno splendido disegno che ritrae questa romantica immagine.
Poi arriva la guerra ad allontanarli, più tardi le nozze, vari trasferimenti fino a quello definitivo a Shanghai e la successiva deportazione in un campo di rieducazione nella provincia dell’Anhui in quanto Pingru, essendo stato ufficiale dell’esercito nazionalista, è ritenuto controrivoluzionario dai comunisti. Una volta liberato torna a Shanghai, ma la felicità della nuova vita insieme dura solo pochi anni, poiché la moglie si ammala e muore nel 2008.
Pingru ha ottantasette anni quando decide di immortalare su carta la sua vita con Meitang, venuta a mancare da poco. Dopo averla perduta per sempre, vuole rendere eterna la loro bellissima storia d’amore e farla conoscere ai suoi nipoti, perché sappiano, perché non dimentichino.
«La cosa più importante è la memoria. Se perdi i soldi, li puoi riguadagnare. La memoria è un’altra cosa. Se la perdi, scompari», dice Rao Pingru durante un’intervista.
La nostra storia è un libro dolcissimo fatto di immagini e di ricordi intimi della vita di Pingru e Meitang, ma anche di una generazione intera che visse gli stessi tempi, belli ma duri allo stesso tempo, e rappresenta un ritratto lucido della Cina del XX secolo e dei suoi sconvolgimenti politici: il conflitto con i giapponesi, la guerra civile tra comunisti e nazionalisti, i campi di lavoro per i sovversivi.
Un memoir di malinconica bellezza e poesia, un racconto di resilienza che ha commosso il mondo intero e che in Cina ha venduto un milione di copie.
Diviso in sette capitoli, raccoglie anche delle poesie dell’autore e si conclude con alcuni estratti della corrispondenza scritta da Meitang durante gli anni della rieducazione di Pingru. Tradotto in diverse lingue, è diventato un vero e proprio caso editoriale.
La giovinezza spensierata, poi la guerra, il matrimonio in un grande albergo pieno di fiori, la ricerca del lavoro, i viaggi, i traslochi, la nascita dei figli, le feste in famiglia, i ravioli più buoni mangiati in un ristorante di un paesino, quasi ventidue anni di separazione forzata nei campi di rieducazione, la vecchiaia, la malattia, la morte, sono tutti eventi che Pingru e Meitang vivono e affrontano sempre insieme con forza e coraggio, animati dall’amore e dal rispetto reciproco, valori che li tengono uniti oltre la vita.
«Ho solo bellissimi ricordi: la fioritura delle rose del Giappone; i nostri passi sulla spiaggia. Bellissimi anni passati insieme».
Una storia d’amore delicata, fatta di riti quotidiani e di piccolissimi gesti, una storia antica come la Cina e semplice come lo sono le cose essenziali, quelle che contano veramente e per questo straordinarie.