Potremmo dire che Marco Polo amava la Cina tanto quanto la Cina amava, ed ama, Marco Polo: non a caso sono innumerevoli le opere dedicate allo scrittore veneziano nel Paese del Dragone, prima fra tutte la bellissima statua nel centro della città di Hangzhou.
Nella sua opera Il Milione, Marco Polo racconta il suo viaggio che inizia da piazza San Marco e raggiunge le porte della Città Proibita di Pechino.
L’importanza de Il Milione è stata fondamentale per la storia occidentale, soprattutto per la compilazione del Mappamondo di Fra Mauro: si pensa inoltre che il libro del mercante veneziano abbia ispirato i viaggi di Cristoforo Colombo (che hanno poi portato alla scoperta delle Americhe).
Nel corso degli anni è stato messo più volte in dubbio che Marco Polo abbia raggiunto veramente la Cina ed è stato detto e scritto che la sua opera sia solo frutto d’immaginazione: questo perché sono state riscontrate molte informazioni troppo romanzate o delle importanti omissioni sulla cultura e sulle tradizioni della Cina. Oggi sappiamo quasi per certo che il Polo raggiunse i luoghi da lui citati nel Milione.
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Cos’è Il Milione di Marco Polo
Il Milione, o semplicemente Milione, narra dei viaggi compiuti da Marco Polo, suo padre Niccolò Polo e lo zio Matteo Polo nelle lontane terre d’Oriente ed in particolare in Cina.
La famiglia Polo era una celebre famiglia di esportatori e mercanti provenienti dalla Serenissima ed è proprio dalla città di Venezia che ha origine il viaggio del racconto, durato complessivamente più di 24 anni, dal 1271 al 1295.
L’opera di Marco si presenta come una vera e propria enciclopedia geografica e antropologica che dipinge in un unico volume terre lontane e sconosciute, usanze e tradizioni di popoli esotici completamente differenti da quelli dell’Occidente dell’epoca.
Il libro raccoglie tutte le conoscenze del mondo asiatico del XIII secolo (potremmo considerarlo una sorta di vademecum dell’Oriente medioevale).
Il Milione può essere letto anche in chiave storica e politica: si presenta quindi come un’opera a 360 gradi in cui vengono descritte scene di vita quotidiana, di storia, di botanica, di politica, di etnologia in chiave romanzata, che è riuscita ad affascinare e attirare l’attenzione di milioni di lettori nel corso dei secoli.
La composizione del Milione
L’opera di Marco Polo è suddivisa in 183 capitoli secondo il codice Magliabechiano. Il titolo originario dell’opera è molto diverso da quello che conosciamo oggi: esso è stato infatti tradotto dal francese Le livre de Marco Polo citoyen de Venise, dit Million, où l’on conte les merveilles du monde (Il libro di Marco Polo cittadino di Venezia, detto Milione, dove si raccontano le meraviglie del mondo).
Si contano più di 150 traduzioni de Il Milione , tra cui il francese, il latino e il dialetto veneto, anche se la più importante, che si presume possa essere quella originale, è quella scritta appunto in lingua d’oil.
Il titolo che oggi conosciamo deriva da uno storpiamento del soprannome della Famiglia Polo: “Emilione”.
Il Milione: non scritto ma dettato
Non molte persone sono a conoscenza dell’origine della scrittura de Il Milione. Se popolarmente viene infatti attribuito a Marco Polo, non è propriamente corretto affermare che fu lui a “scriverlo”.
Il celebre libro fu scritto da Rustichello da Pisa, sotto dettatura del viaggiatore veneziano durante la loro comune prigionia.
Rustichello da Pisa era un letterario dell’epoca, noto alla storia soprattutto come adattatore di molti poemi cavallereschi.vb
Chi è Marco Polo
La storia di Marco Polo inizia nel 1254, anno della sua nascita da una famiglia di noti e facoltosi mercanti di Venezia.
Poco dopo la nascita di Marco, il padre e lo zio intraprendono il loro primo viaggio in Oriente, rientrano nella Serenissima nel 1262 e già iniziano a programmare un nuovo viaggio verso Est.
La nuova avventura vede coinvolto anche il figlio ormai quindicenne.
Nel 1271 inizia il viaggio verso la Cina, dove Marco Polo restò per più di 25 anni.
Il ritorno in patria è datato 1292, quando la famiglia Polo parte della città di Zaitun in direzione di Venezia, che avvenne nel 1295. Lo stesso anno Marco Polo cadde prigioniero dei genovesi, acerrimi nemici dei veneziani.
Proprio durante la prigionia nelle carceri liguri, il Polo poté dettare l’opera al suo compagno di cella, Rustichello da Pisa. La prigionia del Polo termina solo dopo la tregua stipulata tra la città di Venezia e quella di Genova e nel 1299 Marco Polo poté tornare nella città veneta da uomo libero.
Qui si sposò con Donata, da cui ebbe tre figlie. Dal rientro nella città d’origine, il celebre “scrittore” continuò a dedicarsi all’attività di famiglia e alla divulgazione della sua opera, fino all’anno in cui morì, nel 1324.
Il viaggio attraverso la Via della Seta
Le fantastiche avventure del Polo iniziano nel 1271, l’anno della sua partenza da Venezia con il padre e lo zio.
La destinazione? L’Oriente.
Il viaggio di Marco Polo si snoda lungo la celebre Via della Seta, la tratta commerciale che unisce il mondo da svariati secoli, attraverso numerose città e popolazioni più o meno conosciuti ai veneziani e occidentali del 1200.
Gli occhi di Marco Polo, durante l’entusiasmante e faticoso viaggio, hanno avuto la possibilità di ammirare scenari unici: mari sconfinati, fiere montagne, deserti disabitati e città leggendarie.
Non abbiamo la certezza che le cose raccontate nel Milione siano state tutte vissute in prima persona da Marco Polo o se siano state raccontate da dei compagni di avventura incontrati durante la sua traversata tra l’attuale Europa e l’Asia.
La Penisola Anatolica: l’attuale Turchia
La prima tappa del celebre viaggio è la penisola Anatolica, oggi conosciuta come la Turchia. Venne raggiunta via mare, partendo dalla città di Venezia.
L’intenzione dei Polo era quello di continuare il proprio viaggio via mare, ma le imbarcazioni dell’epoca non erano certo come quelle di oggi e le traversate sull’acqua erano molto rischiose e pericolose: così i mercanti decisero di continuare il loro viaggio sulla terraferma.
Si incamminarono verso sud-est, in direzione del Medio Oriente.
Il Medio Oriente
La seconda tappa fu l’Armenia, un piccolo paese cristiano dalle origini antichissime.
In seguito i mercanti raggiunsero il fiume Tigri, nella mezzaluna fertile (l’attuale Iraq), passando sull’antica e celebre Mesopotamia, considerata la terra d’origine dell’uomo.
In Medio Oriente, i Polo dovettero fermarsi per circa un anno in quanto Marco Polo si ammalò e non poteva proseguire il viaggio: superata la degenza ripresero la loro traversata verso l’Oriente.
In seguito si arrivò alla Persia, all’epoca divisa in otto regni, considerata un punto strategico per il commercio dell’epoca.
Per raggiungere la Cina il percorso divenne obbligato e i viaggiatori veneti dovettero affrontare uno degli ostacoli più impegnativi del loro viaggio: le maestose Montagne del complesso del Pamir, che segnavano il confine tra il Kashmir e il Paese di Mezzo.
Finalmente il Catai: l’odierna Cina
Dopo aver superato faticosamente la catena montuosa del Pamir, i Polo si ritrovarono nel bacino del Tamir, nella Cina Nord-Occidentale, l’attuale regione dello Xinjiang.
Dopo le montagne, i viaggiatori veneziani incontrarono un nuovo ostacolo naturale che li mise duramente alla prova: il Deserto del Gobi. Per attraversarlo impiegarono circa un anno.
Dopo questa fase, il viaggio divenne più semplice: i Polo raggiunsero finalmente, dopo aver costeggiato il Fiume Giallo, la “Gran Città di Cambulac” (l’attuale Pechino) , sede della corte del Gran Khan.
Alla Corte del Gran Khan
Nel 1271 i Polo raggiunsero Beijing, dove aveva sede la Corte di Kublai Khan, noto anche come il Gran Khan dei mongoli, che li accolse calorosamente.
Il Polo seppe adattarsi alla perfezione alla nuova cultura in cui si trovò inserito, tanto da impararne anche la lingua, le usanze ed i costumi.
Le capacità del giovane non passarono inosservate alla corte del Gran Khan, dove Marco ricoprì numerosi ruoli amministrativi, istituzionali e ambascerie per il sovrano della Cina, che gli permisero di visitare moltissimi altri Paesi (come l’India ad esempio).
Tra i principali incarichi affidati al veneziano c’erano quelli di ispezionare le regioni del confine con il Tibet e lo Yunnan: divenne anche informatore ed ambasciatore del sovrano presso tutti i popoli dell’impero.
Nel 1278 Marco fu nominato anche imperatore della città di Hangzhou, conosciuta anche come la capitale della Cina sotto la Dinastia dei Song.
Una delle missioni più importanti che Marco Polo fu chiamato a compiere fu quella di portare un emissario del Gran Khan dal Papa, in modo che potesse chiedergli 100 predicatori del Cristianesimo da portare nel Paese del Dragone, insieme a un po’ di olio della lampada del Santo Sepolcro: la madre del Gran Khan era infatti una pia cristiana.
L’Oriente con gli occhi di Marco Polo
Certamente Marco Polo non fu il primo “italiano” ad andare in Oriente e nello specifico in Cina, ma sicuramente è stato quello che è riuscito a comunicarli al meglio.
Non sembrerà strano lo stupore e la meraviglia che egli trasmette nei suoi racconti: settecento anni fa ,infatti, non disponevano delle informazioni che possediamo oggi ed anche la possibilità di compiere viaggi era appannaggio di pochi.
Il Milione è una raccolta di numerose espressioni iperboliche che ingigantiscono e dipingono in maniera entusiastica una civiltà lontana, che fanno trasparire in modo evidente l’ammirazione e l’amore che il Polo provava per l’Oriente. All’interno delle descrizioni compare molto spesso la parola “mille” che enfatizzava numericamente le differenze tra Oriente e Occidente.
Ciò che stupiva maggiormente il Veneziano era proprio la grandezza della Cina, delle sue città, delle sue usanze e della sua storia.
Milione 2.0: Il Milione oggi
Il fascino de Il Milione ha resistito nel corso del tempo e ancora oggi continua ad affascinare milioni di lettori in tutto il mondo.
Le serie tv
Il Milione è stato in grado di attirare l’attenzione anche del piccolo schermo e agli inizi degli anni Ottanta la Rai ha trasmesso una mini-serie composta originariamente da otto puntate, poi diffusa in forma ridotta con sei episodi.
La realizzazione di questa serie ha visto per la prima volta la collaborazione di un ente televisivo occidentale ed uno cinese e ricevette il finanziamento di molte imprese internazionali, sia americane che nipponiche.
La serie Tv aveva come protagonista l’attore Kenneth Marshall, accompagnata sul set da altrettanti attori importanti come Denhol Elliott e Anne Bancroft.
La stesura del testo della sceneggiatura ha visto anche la partecipazione di Maria Bellonci, che nel 1982 tradusse in italiano moderno l’opera de Il Milione.
Anche oltreoceano Marco risulta essere una figura affascinante, tanto che nel 2014, il colosso dello streaming online Netflix, ha fatto debuttare una nuova serie dedicata al viaggiatore veneziano.
La serie si compone di due stagioni e di uno speciale natalizio rilasciato in prima visione il 26 dicembre del 2015.
La serie ha avuto un costo di produzione di 90 milioni di dollari ed è stata girata in Italia, in Kazakistan e ai Pinewood Studios in Malaysia. Il progetto iniziale prevedeva anche delle riprese in Cina, ma la casa di produzione non riuscì mai a ottenere i permessi.
I cartoni animati
L’opera di Marco Polo è stata riadattata anche ai formati destinati all’intrattenimento e all’educazione dei bambini.
Nel 1982 fu trasmesso per la prima volta in Italia, su alcuni emittenti televisive locali e su Rete 4, una serie Tv animata liberamente ispirata all’opera del Polo. La produzione del cartone animato Le avventure di Marco Polo è stata realizzate da Madhouse e NHK, due case di produzione nipponiche, che hanno realizzato un anime televisivo composto da 43 episodi. Quello che rende unico questo nuovo adattamento del viaggio di Marco Polo è l’inserimento di alcune immagini live, che lo rendono molto simile ad un documentario.
La serie non è stata più replicata sulla televisione italiana per problemi legati ai diritti, ma è ancora disponibile in streaming sull’archivio di RaiPlay.