Per scrivere più in fretta e abbreviare i tempi, anche i cinesi utilizzano contrazioni, abbreviazioni e acronimi che costituiscono ormai un vero e proprio vocabolario della comunicazione via web
La lingua cinese è profondamente radicata nella millenaria storia della Cina e nella sua antica cultura, con cui cinge un legame inscindibile e interdipendente. Le prime testimonianze del sistema di scrittura cinese, nella sua forma più arcaica, risalgono all’8000 a.C., fase primitiva in cui i pittogrammi rappresentavano graficamente la realtà circostante. In una fase successiva i pittogrammi sono stati sostituiti da ideogrammi, in grado di raffigurare anche concetti astratti, per poi giungere, in seguito ad un periodo di definizione, alla standardizzazione della lingua e all’adozione del sistema di traslitterazione fonetica chiamato pinyin.
Pur mantenendo le sue peculiarità, al pari di ogni altro sistema linguistico, la lingua cinese è viva è mutevole e per questo soggetta alle trasformazioni e ai cambiamenti della società. In un’epoca in cui internet e i social media rappresentano il mezzo principale che regola le relazioni interpersonali, la diffusione della comunicazione online ha portato il mondo alla ricerca di un canale comunicativo più rapido e immediato. Così come in Occidente, anche in Cina il bagaglio linguistico si è caricato di espressioni e parole tipiche dello slang giovanile e in particolare il vocabolario della comunicazione telematica informale si è arricchito con contrazioni, abbreviazioni, acronimi e analogie.
Indice degli argomenti trattati
Le associazioni visive
In linea con la natura primordiale dei caratteri cinesi, in cui tratti, radicali, immagini e idee si intersecano in un vortice di collegamenti e richiami, lo slang utilizzato tra i giovani fa spesso leva su associazioni visive che svuotano il carattere del suo significato originale e ne creano nuove interpretazioni. Ne sono un esempio i caratteri: 囧 jiong “luminoso”, che viene oggi utilizzato come emoticon per esprimere la sensazione di frustrazione e fastidio; 槑 mei “prugna”, che impiegato come rafforzativo di 呆 dai “stupido” assume il significato di “ottuso”; infine, se qualcuno vi manda in chat il carattere 凸 tu, letteralmente “convesso”, siete legittimati a infuriarvi: vi sta mostrando il dito medio!
I calchi dall’inglese
Tantissimi i calchi dall’inglese. Primo tra tutti il carattere 酷 ku “ crudele”, che viene utilizzato nelle chat istantanee come sostitutivo di cool. Un forte richiamo anglofono anche in espressioni come 法克 fake, con una fonetica molto simile a una delle più diffuse imprecazioni anglofone, 3Q san Q, che ricorda l’inglese thank you, e la più giovane 一四 OK Yisi OK per It’s ok, in via di diffusione e non ancora pienamente inserita nel linguaggio del web. Sempre più frequente poi l’utilizzo della parola 卡哇伊 kawayi, di origine giapponese, per indicare qualcosa di dolce e carino.
Le abbreviazioni
Se ci si cimenta nella messaggistica istantanea la prima regola da seguire è quella della rapidità, per cui ricorrere a contrazioni e abbreviazioni diventa indispensabile. Così come in Italia dilagano i “cmq” e i “xkè”, anche i cinesi utilizzano dei piccoli espedienti per rendere la conversazione più rapida e immediata. È così che 不要 buyao “non volere” diventa 表 biao, letteralmente “orologio”, e 这样子 zheyang zi “in questo modo” diventa 酱紫 jiangzi , letteralmente “salsa viola”.
Le sigle
Per ridurre ulteriormente il numero di battute sulla tastiera si fa inoltre ricorso a sigle. Nella lingua italiana sono sempre più presenti acronimi presi in prestito dall’inglese, come ad esempio OMG per Oh my God, LOL per lot of laugh, ASAP per as soon as possible, 4 per for, 2 per to. Allo stesso modo, il cinese utilizza acronimi che corrispondono alle prime lettere delle sillabe in pinyin. NB diventa così la sigla usata in rete per 牛逼 niubi, un’espressione colloquiale che viene tradotta come “fantastico!”; GG e JJ sostituiscono 哥哥 gege “fratello maggiore”, un appellativo fortemente informale utilizzato tra amici con un rapporto intimo e confidenziale, e 姐姐 jiejie “sorella maggiore” utilizzato come “ragazza” o “fidanzata”.
I numeri
Anche i numeri sono un valido aiuto per velocizzare la comunicazione scritta. Tra le serie numeriche più utilizzate ci sono: 521, la cui pronuncia wueryi ricorda quella di 我爱你 wo ai ni, che significa “ti amo”; 1748 yiqisiba utilizzato in sostituzione di 你去死吧 ni qu si ba per dire “vai al diavolo”; 88 baba, anche nella forma alternativa 881 bābāyī, che prende il posto di 叭叭 ba ba “bye bye”; 7451 qisiwu yi foneticamente simile a 气死我了qi si wo le “sono furioso”; 198 yijiuba che rimpiazza 你走把 ni zou ba per dire “vattene, va via”.
Gli omofoni
Singolare il caso degli omofoni, cioè parole che si pronunciano in modo uguale o simile. Non c’è una vera e propria ragione che spinge gli utenti del web a sostituire caratteri esistenti con altri che hanno lo stesso suono. Questo fenomeno sembrerebbe essere attribuito a una moda tra i più giovani, priva di finalità pragmatiche. Parole come 赶脚 ganjiao, 兰后 lanhou e 偶 ou sostituiscono rispettivamente 感觉 ganjue “sentimento”, 然后 ranhou “poi” e 我 wo “io”.
I neologismi

L’evoluzione della lingua comporta anche la nascita di veri e propri neologismi che, seppur non ancora inseriti nei dizionari, si sono aggiudicati un posto nel fervido vocabolario della lingua d’uso attraverso il mondo della comunicazione virtuale. Dalla combinazione dei caratteri 穷 qiang “povero”, 丑 chou “ brutto, sgradevole” e 土 tu “terra” nasce qiou, che indica una persona “brutta e povera come la terra”. Non è insolito che un cinese in chat usi l’espressione «我qiou» per esprimere uno stato d’animo o una sensazione di insoddisfazione e abbattimento.

Destino analogo quello riservato al carattere duang, costituito dalla sovrapposizione dei caratteri 成 cheng e 龙 long che compongono il nome cinese del famoso attore Jackie Chan. L’artista è stato infatti testimonial nel 2004 di una campagna promozionale in Cina a favore di una nota marca di prodotti per capelli. Nello spot l’attore utilizzava questo nuovo termine in forma onomatopeica, per definire l’effetto sorprendente che il prodotto aveva sortito sulla sua capigliatura. L’anno seguente il carattere duāng ha trovato largo impiego nella lingua parlata e nel linguaggio informale della comunicazione istantanea e viene utilizzato dai più giovani per esprimere un effetto di stupore, sorpresa e meraviglia.
Si può dire quindi che il cinese sia una lingua millenaria, storica, intrisa di tradizione e cultura, ma al tempo stesso fervida e al passo con i tempi, capace di adattarsi e modellarsi senza mai perdere il suo senso di responsabilità nei confronti del suo antico passato.