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credit: MANN/Cai Gun Qiang

“In the Volcano” di Cai Guo Qiang

Marta Cardellini 25 Feb 2019

Fino al 20 maggio, nella cornice del Museo Archeologico di Napoli, le suggestioni orientali condivideranno lo spazio con i vasi e i manufatti degli antichi romani per raccontare la storia di Pompei

Le opere di Cai Quo Qiang arrivano a Napoli, disseminate nelle collezioni del MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) per sancire il legame fra passato e presente, fra cultura orientale ed occidentale. 

La mostra, dal titolo “In the Volcano”, è a cura di Jérôme Neutres, saggista d’arte nonché direttore della strategia e dello sviluppo della Réunion des Musées Nationaux-Grand Palais e presidente del Museo del Lussemburgo. Dal nome si intuisce l’intenzione dell’artista che  racconta in maniera tragica, ma allo stesso tempo vitale, l’esplosione del Vesuvio, la distruzione e la rinascita di Pompei. 

Ad aprire l’esposizione, il 22 febbraio scorso, è stata la performance “Explosion Studio” che si è svolta nella cornice dell’Anfiteatro di Pompei. Al centro dell’arena sono stati collocati su una tela di 32 metri per 6, supportata da una piattaforma, tele di diverse dimensioni e copie di oggetti legati alla vita quotidiana della cittadina, ma anche riproduzioni di sculture del MANN, quali Venere Callipigia, Ercole ed Atlante farnese, busto di Pseudo-Seneca. Sviluppatasi in tre momenti ( Tela della civiltà, Sospiro e Scavo) “Explosion Studio” ha ripercorso la storia di Pompei, dalla tragicità dell’eruzione del 79 d.C., rimasta fissa nella memoria collettiva, al senso di fragilità e “transitorietà” a cui questa rimanda.

MANN profilo fb

Partendo dal capitolo evocativo “Tela della Civiltà”,  delle piccole esplosioni hanno distrutto i manufatti disposti sulla tela, marcandoli in modo violento con la stessa efferatezza che ha segnato le vite umane al momento dell’esplosione del Vesuvio. Il secondo capitolo, “Sospiro”, ha visto dei fuochi d’artificio, allineati lungo la tela e puntati verso il cielo, riprodurre l’effetto dell’eruzione vulcanica. In chiusura è seguito lo “Scavo”, momento in cui l’artista ha portato alla luce le “rovine archeologiche” fra i fumi residui delle esplosioni.

La tela è stata così riempita di immagini e colori ispirati agli oggetti scoperti a Pompei, oggi conservati nel museo.

Il percorso di visita della mostra si snoda fra le tele e gli oggetti “scavati” e collocati, insieme ai dipinti con la polvere da sparo creati da Cai Guo Qiang New York, nelle collezioni permanenti museali.

Il curatore Jérôme Neutres ha spiegato che il dialogo fra l’artista e la storia di Napoli si è materializzato nella scenografia della mostra, tramite l’allestimento delle opere all’interno delle collezioni archeologiche pompeiane, creando una sorta di caccia al tesoro fra l’estetica del primo secolo d.C. dell’antica città campana e l’arte cinese contemporanea.

2019-02-25
Marta Cardellini
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Postato da : Marta Cardellini

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