Pechino ha dichiarato di lavorare con fermezza alla tutela dei propri “legittimi interessi”
A qualche giorno dalla presentazione ufficiale dei nuovi modelli di smartphone Huawei con tecnolgia 5G a schermo pieghevole, la “corsa all’armamento tecnologico” fra Cina e Stati Uniti si è fatta sempre più pesante.
La tensione si è aggravata nelle ultime ore prima con il licenziamento dell’ambasciatore canadese in Cina John McCallum, che si è dimesso venerdì su richiesta del primo ministro canadese Justin Trudeau, e poi con la richiesta statunitense agli alleati Nato di non aprire le porte alla tecnologia cinese, accusata di essere una minaccia per la sicurezza nazionale. In ultimo a pesare è l’avvicinarsi della sentenza sul caso di Meng Wanzhou, che potrebbe presto essere estradata dal Canada.
Secondo il portavoce del ministero degli esteri cinese, la Cina ha sollecitato con forza gli Stati Uniti a fermare la soppressione irragionevole delle società cinesi, fra cui la Huawei Technologies. L’azienda, dichiaratasi delusa dalle accuse mosse, nega qualsiasi violazione di legge o illecito. Stando alla versione rilasciata, dopo l’arresto del suo direttore finanziario Meng Wanzhou, Huawei ha vagliato la possibilità di discutere dell’indagine con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, ma la richiesta è stata respinta senza fornire spiegazioni.
Il ministero degli esteri cinesi si è detto ‘gravemente preoccupato’ e ha chiesto la cancellazione dell’ordinanza di arresto di Meng così come la fine dell’accanimento messo in atto contro le imprese cinesi.