In questo articolo ti racconteremo quali sono gli sport cinesi più diffusi e dove praticarli in Italia.
Lo sport è da sempre una pratica in grado di abbattere confini geografici e culturali. L’attività fisica prescinde dalla lingua o dal luogo di provenienza. Tuttavia, per quanto lo sport possa essere universale, ogni zona geografica ne ha uno prediletto.
È importante sottolineare che la concezione sportiva orientale si differenzia in parte da quella occidentale. Per l’occidente infatti lo sport è spesso sinonimo di esaltazione della fisicità e delle capacità personali. In Cina, invece, non ci si allena per la propria “gloria”. Vincere per se stessi significa anche vincere per la patria.
Questa idea di sport ha portato a valorizzare in maniera estrema l’attività fisica, rendendo la Cina una superpotenza non solo economica, ma anche sportiva.
Quali sono quindi gli sport cinesi più praticati?
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Ping pong: il tennistavolo è lo sport preferito dai cinesi
Non è certa la paternità cinese del ping pong. Tuttavia, la passione della Cina per questo sport è diffusa a tal punto che nella città di Huainan potrebbe essere costruito un intero albergo a forma di racchetta.
Dichiarato dal Presidente Mao sport nazionale, il magazine Business Insider ha calcolato che sono 10 i milioni di cinesi che giocano a livelli professionistici, mentre sarebbero ben 300 milioni i giocatori occasionali.
Lo sport è così diffuso che i paesi orientali hanno un metodo diverso per tenere la racchetta, chiamato, non a caso, “a penna cinese”. A differenza dal mondo occidentale, il manico si impugna in Cina nell’incavo della mano. Si tiene sempre, quindi, tra indice e pollice, ma senza utilizzare le dita. Utilizzando questa tecnica, battere il rovescio risulta molto più complesso.
Oltre a esserne grandi appassionati, i cinesi sono anche i campioni del tennistavolo. Prendendo in considerazione le passate Olimpiadi, quattro erano le medaglie d’oro in palio per il ping pong. Tutte e quattro sono state vinte dalla Cina. Inoltre, su 172 atleti in gara per la disciplina, 44 erano nati in Cina.
Ma come ha fatto questo sport a diventare così popolare in Cina? Quali sono le origini del ping pong?
Ping Pong: storia e origini del nome
La storia del tennistavolo non è così chiara. A rivendicarne l’origine sono sia la Cina, che il Giappone e l’Inghilterra.
La tesi più accreditata è che il ping pong sia nato proprio in Inghilterra. Praticato nei salotti dell’alta borghesia vittoriana della seconda metà dell’Ottocento, il ping pong prese chiaro spunto dal tennis. L’antenato del tavolo da ping pong come lo conosciamo oggi, era un semplice tavolo diviso da una fila di libri. Al posto della pallina veniva poi utilizzato un tappo di sughero, che veniva fatto rimbalzare sul coperchio di una scatola.
Anche sull’origine del nome ci sono opinioni discordanti. Alcuni sostengono che sia stato un termine commerciale, in quanto registrato nel 1900 dalla ditta inglese J. Jacques & Son. Altri ancora affermano che l’origine etimologica abbia a che fare con un’onomatopea. “Ping” e “pong” sarebbe infatti una fedele riproduzione del suono della pallina che rimbalza sul tavolo. Infine, ancora una volta, c’è chi pensa che abbia origine dal cinese. In Cina, lo si chiama Ping Pang Ciò, dove Ciò significa palla.
Economico e con pochissimi problemi di spazio, in Cina è possibile trovare tavoli da ping pong nei parchi, nelle università e in moltissimi cortili interni. In Italia, invece, dove si può praticare?
Vediamolo subito!
Ping pong in Italia
Se si vuole praticare il tennistavolo in maniera sporadica, per il piacere di trascorrere un pomeriggio all’insegna dello sport, anche in Italia è facilissimo trovare attrezzature adatte. Probabilmente grazie al costo ridotto, sono molti i parchi, le palestre, ma anche i locali che offrono la possibilità di giocare gratuitamente o di affittare il tavolo per poco.
Se si vuole partecipare a competizioni ed avere un allenamento più costante, è necessario invece iscriversi presso la FITET, Federazione Italiana Tennis Tavolo. Una volta tesserati, è semplice trovare le società affiliate in cui allenarsi.
Il tesseramento offre l’occasione di gareggiare a livello agonistico, ma non solo. Se non si ha la possibilità di allenarsi costantemente, ma si vuole comunque partecipare a gare, si può competere nel settore promozionale. Queste gare sono ad un livello più semplice, richiedono una pratica meno impegnativa e sono più votate al divertimento.
Tai chi chuan: che cos’è?
Quale sia la definizione esatta di Tai Chi Chuan (o Tàijíquán), non è così semplice da stabilire. Alcuni lo praticano in quanto arte marziale, altri proprio perché non è solo questo.
Il Tai Chi Chuan consiste nell’esecuzione di una serie di movimenti morbidi e fluidi chiamati forme, che, visti dall’esterno, potrebbero sembrare quasi una danza. La tecnica deriva dagli Stili Interni (Nèijiā), ossia uno stile di combattimento cinese basato sull’interiorità piuttosto che sull’esteriorità, sul controllo del proprio corpo, rispetto a quello dell’avversario.
Il Tai Chi Chuan punta alla forza nascosta nella morbidezza, alla delicatezza nella rigidità, all’armonia anche nel furore della lotta. Questo equilibrio tra opposti rimanda al concetto Yin e Yang, in cui ogni cosa si genera grazie all’opposizione di due poli che, bilanciandosi tra loro, danno origine ad un processo ciclico.
Nonostante la delicatezza della lotta, il Tai Chi Chuan rimane a tutti gli effetti un’arte marziale. A differenza di altre arti marziali più violente, il Tàijíquán si basa però su movimenti dolci, morbidi ed abbinati alla respirazione. È proprio la combinazione tra allenamento fisico e respirazione che offre estremi benefici a chi pratica questo sport.
I benefici del Tai Chi Chuan: sport o cura magica?
I benefici del Tàijíquán sono moltissimi, tanto che è stato definito come una cura quasi miracolosa per le malattie. Tra i principali, troviamo:
- combattere l’ipertensione;
- ridurre lo stress e l’insonnia;
- mantenere mobili le articolazioni;
- migliorare la capacità respiratoria;
- beneficiare il sistema immunitario;
Secondo la medicina tradizionale cinese, è in grado di favorire la circolazione dell’energia interna. Il movimento dell’energia Qi permette di rimuovere i blocchi destinati a trasformarsi in danno funzionale o organico.
Anche la medicina occidentale conferma gli effetti della pratica. Secondo l’American Journal of Health Promotion, il Tai Chi Chuan migliora il benessere sia fisico sia psicologico di chi lo pratica. L’arte marziale ha effetti non solo sulle persone in salute, ma anche su soggetti a rischio di malattie cardiovascolari, respiratorie o di osteoporosi.
Ma quali sono le prime posizioni da imparare per praticare quest’arte marziale?
Tai chi chuan: le posizioni base
Secondo Riccardo Romano, istruttore di Tai Chi Chuan, le principali posizioni andrebbero apprese inizialmente in modo statico.
In particolare, si dovrebbe partire dalle seguenti tre:
- Posizione del palo immobile, Zhan Zhuang in cinese. Testa eretta, gomiti bassi, braccia all’altezza del petto e ginocchia piegate. Lo scopo è quello di imparare a connettersi, sia mentalmente sia fisicamente, in basso con il mondo terreno ed in alto con quello spirituale.
- Posizione della frusta semplice, Dan Bian in cinese. Braccia e spalle rimangono ampie e rilassate, il peso e la concentrazione si focalizzano sulle gambe, in particolare su quella sinistra. La parte superiore del corpo dovrebbe rappresentare un frustra, pronta ad esplodere in qualsiasi momento.
- Posizione del sostenere il lembo del vestito, Lan Zha Yi in cinese. Il carico del peso è ora sulla gamba opposta rispetto a quella della posizione precedente: la destra. Questa posizione è più complessa dal punto di vista posturale ed andrebbe appresa per ultima rispetto alle altre.
Visti gli estremi benefici e la possibilità di essere praticato a tutte le età, il Tàijíquán sta prendendo piede da vari anni anche in Italia. Non viene più solo svolto come arte marziale, ma anche come una forma di ginnastica e quasi di meditazione.
Dove si può praticare?
Tai chi chuan in Italia
In Italia, il Tai Chi Chuan viene praticato in luoghi e modi molto differenti.
Nelle scuole viene spesso insegnato a bambini ed adolescenti come arte marziale, ma anche come tecnica per prendere maggiore coscienza del proprio corpo.
Nelle palestre assume invece spesso un doppio significato. Lo si pratica sia come arte marziale, sia come una sorta di ginnastica posturale, soprattutto per gli anziani.
Infine, viene a volte insegnato presso centri benessere, ma spesso anche nei parchi, come tecnica di rilassamento e di meditazione, ritrovando la propria mente attraverso il corpo.
Per quanto riguarda il Tai Chi Chuan inteso tradizionalmente, in Italia è molto praticato lo stile Yang. Le sede italiane dell’International Tai Chi Chuan Association sono situate in diversi regioni. Attraverso il sito è possibile trovare la palestra più vicina alla propria città e apprendere il Tai Chi Chuan secondo gli insegnamenti del Gran Maestro Yang Sau Chung.
Badminton: regole principali
Nonostante il volano non nasca in Cina, i cinesi sono senza dubbio i migliori giocatori di badminton di sempre. Si sono aggiudicati la Thomas e la Uber Cup rispettivamente per 9 e 13 volte. Anche alle Olimpiadi, hanno vinto più medaglie che ogni altro paese. Ma come si gioca a volano, o badminton che dir si voglia?
Il badminton è uno sport che si pratica utilizzando la racchetta per colpire il volano, ossia una mezza sfera di sughero o plastica, contornata da piume o da una maglia traforata. Si gioca su un campo rettangolare, separato da una rete. La regola principale è quella di mandare il volano al di là della rete, colpendolo ogni volta senza far toccare terra. Il volano non rimbalza e può raggiungere una velocità superiore a 180 km/h. Per fare punto è necessario far atterrare il volano nel campo avversario.
Vista la leggerezza e la velocità che esso può raggiungere, non è sempre possibile praticare il badminton all’aperto. Quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere il campo?
Badminton: il campo
È errato pensare che il campo da badminton sia identico a quello del tennis: il campo da badminton è molto più piccolo.
Inoltre, la lunghezza della superficie rettangolare su cui si gioca, varia in base al numero di giocatori. Negli incontri tra singoli la lunghezza è di 13,4 metri e la larghezza di 5,18 metri. Negli incontri doppi, invece, la larghezza aumenta, per raggiungere un totale di 6,10 metri.
La divisione è resa chiara da linee interne ed esterne: quelle interne indicano la grandezza del campo per i singoli individui, quelle esterne sono per le squadre. Esiste, inoltre, una linea di servizio, che segna il limite del campo delle coppie quando devono battere il servizio. Una volta che questo viene restituito, la linea perde di valore.
Il campo è separato da una rete alta 1,55 metri, realizzata con una corda sottile e di tela bianca.
In Italia, si trovano strutture di badminton sia all’aperto, sia al chiuso. Tuttavia, visto che il vento potrebbe cambiare la direzione del leggerissimo volano, per le competizioni ufficiali è consentito giocare solo al chiuso.
Badminton: il volano in Italia
Nonostante il badminton sia uno sport estremamente praticato nel mondo, in Italia gli adepti del volano non sono ancora molti.
In particolare, c’è un grosso squilibrio tra Settentrione e Meridione: tra i centri associati alla Federazione Italiana Badminton, la maggior parte si trovano nel Sud Italia.
Per partecipare a competizioni ufficiali, sul sito della Federazione Italiana Badminton si possono trovare centri che praticano il volano sia in maniera dilettantistica sia agonistica.
Inoltre, nelle città di Roma, Palermo e Milano è possibile partecipare alla procedura di classificazione per svolgere attività agonistiche nel para-badminton, che debutterà come disciplina alle Olimpiadi di Tokyo del 2020.