La Cina ha un solo fuso orario (indicato con Beijing Standard Time, BST o anche China Standard Time, CST) nonostante la sua estensione territoriale. Il Paese è tanto vasto che viene attraversato da 5 meridiani e dovrebbe, pertanto, avere ben cinque fusi differenti. Tuttavia, per una ragione essenzialmente politica, si è deciso che il fuso dominante per tutta la Cina sia quello di Pechino.
Dunque, oggi tutte le città rientrano nella stessa fascia oraria, cioè 8 ore avanti rispetto al tempo medio di Greenwich (GMT +8). Per avere la certezza dell’ora esatta bisogna fare riferimento all’orario pubblicato e diffuso dal Pucheng County (nella provincia dello Shaanxi, quasi al centro della Cina), ovvero il Centro Servizi Orario Internazionale.
Oltre ciò, la Cina non adotta l’ora legale, per cui l’orario è lo stesso durante tutto l’anno.
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Il fuso orario Roma Pechino: che ora è in Cina
Durante l’ora solare (quella invernale) la differenza tra Pechino e Roma è di 7 ore.
Roma | 00.00 | 04.00 | 08.00 | 12.00 | 16.00 | 20.00 |
Pechino | 07.00 | 11.00 | 15.00 | 19.00 | 23.00 | 03.00 |
Mentre durante l’ora legale (quella estiva) in Italia spostiamo le lancette dell’orologio un ora in avanti per cui la differenza oraria tra Pechino e Roma diminuisce a 6 ore.
Roma | 00.00 | 04.00 | 08.00 | 12.00 | 16.00 | 20.00 |
Pechino | 06.00 | 10.00 | 14.00 | 18.00 | 22.00 | 02.00 |
L’orario di Pechino per tutta la Cina: vantaggi e svantaggi
Tutta la Cina, come detto, adotta l’orario di Pechino. Questo determina alcune peculiarità abbastanza strane: capita che nella capitale stia sorgendo il sole, nelle province più a oriente il sole sia già alto da qualche ora, e nei centri più a occidente sia ancora notte, pur essendo lo stesso orario.
Questo sistema ha diversi vantaggi e svantaggi.
Fra i vantaggi c’è sicuramente un’agevolazione per chi viaggia per lavoro e si sposta nel Paese con frequenza: non c’è bisogno, ogni volta, di sincronizzare l’orologio con il nuovo fuso orario. Anche gestire uffici che hanno filiali sparse per le varie province non è un problema: programmare delle call oppure inviare mail urgenti a un collega che vive dalla parte opposta del Paese è sicuramente più semplice.
Il fatto che le differenze in termini di orario solare (alba e tramonto) siano tanto profonde, ha generato però una situazione del tutto particolare: alcune regioni usano fusi orari “ufficiosi” parallelamente a quello stabilito dal governo.
Lo stesso fuso orario, infatti, è comodo ma non è certo naturale e allineato con i cicli sonno-veglia che regolano la vita delle persone: nelle zone più occidentali della Cina il sole non sorge prima delle 10 del mattino!
Oltre ciò nelle province confinanti con altri Stati si verifica un fatto assolutamente atipico: nel giro di pochi chilometri, attraversando un confine, ci può essere una enorme differenza di orario. La più grande tra Paesi attigui è fra Cina e Afghanistan: 3 ore e mezza.
Fuso orario unico in Cina: la storia di una scelta da record
Inizialmente i fusi orari che coprivano l’area della Cina erano 5 (Zhongyuan, Longshu, Tibet, Kunlun e Changbai). La decisione di adottare un singolo fuso orario per tutta la Cina fu presa nel 1949 da Mao Zedong, il quale ascese al governo proclamando la Repubblica Popolare Cinese e spostando la capitale da Nanchino (Nanjing) a Pechino (Beijing).
In quell’anno il presidente stabilì che sarebbe stato utilizzato il fuso orario unico in tutto il Paese, con lo scopo di aumentare l’unità nazionale.
Questa scelta ha fatto sì che la Cina guadagnasse anche un record: quello della regione del mondo più estesa con lo stesso fuso orario.
Fuso orario in Cina: le ragioni della scelta
Adottando il singolo fuso orario, il presidente Mao Zedong ebbe, di fatto, un maggiore controllo sulla popolazione cinese. Orari, stili di vita e ritmi quotidiani erano uguali per tutti. Secondo alcuni, questa decisione poteva contribuire a creare una popolazione più uniforme e più facilmente controllabile, e quindi di conseguenza ad evitare le possibili rivendicazioni d’indipendenza da parte del popolo, specialmente nelle regioni più remote.
Secondo tesi meno cospirazioniste, invece, la scelta di adottare il singolo fuso orario troverebbe spiegazione nella semplice comodità che può derivarne dall’applicazione.
Nonostante molti problemi iniziali e molti inconvenienti, dovuti a discrepanze tra il tempo naturale e quello imposto dal governo, Mao Zedong riuscì a far rispettare lo stesso orario a un miliardo e mezzo di persone, quasi un quinto della popolazione mondiale.